Rilasciato peschereccio italiano sequestrato

PALERMO – Il peschereccio italiano ‘Twenty Two’, il primo sottoposto a fermo nel dopo Gheddafi, bloccato da mercoledì scorso nel porto di Tripoli, è stato rilasciato ieri. A darne l’annuncio è stato il ministero degli Esteri. Un epilogo accolto con soddisfazione sia dal neoministro Giulio Terzi che dalla Farnesina, che dal primo momento ha lavorato per una rapida e positiva soluzione della vicenda, ma ‘’sollevati’’ dopo la brutta avventura sono soprattutto i componenti dell’equipaggio del motopesca.


– Siamo stati trattati bene, come in un Paese civile e democratico – ha commentato Salvatore Cancemi, comandante del ‘Twenty Two’, che ora sta facendo rotta verso Nord per riprendere la battuta di pesca interrotta dal fermo libico -. Quando ci hanno fermato – ha raccontato il capitano – ho spiegato ai militari libici che eravamo a 35 miglia dalla costa, in acque internazionali. Ma loro mi hanno detto che il governo transitorio continua ancora ad applicare le vecchie leggi del regime di Gheddafi che ha esteso il limite delle acque territoriali a 72 miglia.


In attesa che la vicenda venga risolta a livello diplomatico, Cancemi ha firmato un documento con il quale si impegna a non effettuare battute di pesca nella zona che le autorità libiche continuano a ritenere di propria esclusiva pertinenza. Il comandante ha voluto ringraziare la Farnesina ‘’per l’intervento che ha consentito di sbloccare in tempi brevi la situazione’’. E mentre anche il governatore siciliano Raffaele Lombardo sottolinea ‘’l’immediato e costante impegno diplomatico con cui è stata seguita la vicenda’’, al ministero degli Esteri spiegano che ‘’la liberazione del peschereccio e del suo equipaggio, le cui condizioni sono state fin dall’inizio monitorate da vicino sia dall’ambasciata d’Italia a Tripoli che dal consolato generale, è stata possibile grazie ad una pronta attivazione della Farnesina che, tramite l’Unità di crisi e l’ambasciata stessa, ha immediatamente posto la questione all’attenzione della nuova dirigenza libica’’ e ‘’grazie alle ottime relazioni stabilite con le nuove autorità locali, si è potuti finalmente giungere ad un’immediata liberazione del peschereccio, che ha lasciato il porto di Tripoli per far rientro in Italia’’.


Soddisfazione e l’auspicio che si arrivi a un’analoga soluzione per i connazionali rapiti dai pirati somali a bordo della petroliera italiana Savina Caylyn l’8 febbraio scorso sono stati espressi dall’Idv.


– L’ultimo contatto con l’equipaggio – ha spiegato il presidente vicario dei deputati di Italia Dei Valori, Fabio Evangelisti – risale a due giorni fa quando il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera, il direttore macchine Antonio Verrecchia e il primo ufficiale Eugenio Bon, sono riusciti a mettersi in contatto con Libero Reporter pregando di lanciare un nuovo appello, un ultimatum: o si trova un accordo entro fine mese o i pirati alzeranno le richieste e il sequestro potrebbe prolungarsi’’.


– Mi rivolgo al neoministro Giulio Terzi – ha concluso il parlamentare – prenda in mano la situazione e riporti a casa i nostri connazionali.