Basta un pizzico di Pepe, Juve in fuga con merito

ROMA – La Lazio non guarisce dal tabù-Juventus. Resta confinato al 6 dicembre 2003 l’ultimo successo in campionato contro i bianconeri. Che con il gol di Pepe si portano a 25 punti, primi da soli in vetta e una partita da recuperare. I biancocelesti restano a 22, terzi e scavalcati dall’Udinese.


Il successo della squadra di Antonio Conte è di misura, ma meritato per numero di occasioni create, capacità di soffrire quando, nel secondo tempo, le forze sono venute meno. E “cattiveria” degna di una provinciale che deve salvarsi. La Lazio ha fatto quel che era nelle sue possibilità, contando anche qualche assenza pesante. E’ rimasta in partita fino all’ultimo grazie ad un Marchetti sempre più determinante (‘miracolò su Giaccherini al 28’ della ripresa), Ma è stata pure sfortunata (palo di Hernanes al 15’ st).


In una cornice finalmente degna di una partita di serie A, Lazio e Juventus dipingono un bel primo tempo. Niente attendismi e inutili tatticismi, abolita la ‘fase di studio’. Testa bassa e avanti: ci sono tre punti pesantissimi da prendere. Magari non si vedono lampi di calcio-spettacolo, ma la voglia di vincere è tanta in tutti i protagonisti. Pirlo ha il ginocchio destro vistosamente fasciato ed Henanes che non lo molla un attimo. Il ‘cervello’ bianconero inizia soffrendo la marcatura asfissiante, ma poi saprà illuminarsi ugualmente, pur giocando al piccolo trotto.


La Lazio porta una pressione assillante in ogni parte del campo, con Brocchi ad inseguire sempre il portatore di palla, mentre anche Klose arretra per dare una mano. Diakité si divide tra Vucinic e Matri. Bonucci è l’anello debole della difesa juventina e Rocchi cercherà di approfittarne un paio di volte, con poca fortuna. Entrambe le parti provano spesso il tiro dalla distanza (Hernanes già al 9’, alto). Un paio di fughe di Lichtsteiner mettono i brividi ai laziali, soprattutto quando Marchisio manda alto, di testa, appena un palmo. Diakité (14’) si immola in scivolata per fermare Matri. Poi su punizione ci prova Pirlo. Il suo tiro da 30 metri ha una strana traiettoria e Marchetti deve faticare per arrivarci. Al 21’ Rocchi ruba palla a Bonucci. Sembra fatta, ma Barzagli e Buffon sbrogliano in angolo. Nel giro di un minuto, il 34’, la Lazio potrebbe andare in vantaggio ed invece si ritrova sotto. Sulla linea Radu-Hernanes, Rocchi arriva al tiro, ma Buffon respinge in uscita. Contropiede juventino avviato da Vucinic, palla a Matri e cross rasoterra. Stankevicius e Diakité non ci arrivano e per Pepe è un gioco infilare Marchetti. Al ritorno in campo dopo l’intervallo Reja toglie lo stanco Brocchi ed entra Gonzalez.


La Lazio riparte alla ricerca del pari e prima Lichtsteiner è bravo a ‘stoppare’ Hernanes, poi il brasiliano è sfortunato centrando il palo. Sulla ribattuta di Lulic Buffon blocca. Si accende Klose ed il suo destro a girare é respinto dal portiere della nazionale. Reja appesantisce l’attacco inserendo Cisse per Rocchi dopo 20 minuti. Conte risponde togliendo Vucinic, ormai in riserva di ossigeno (fischiatissimo dalla Nord) per fare spazio a Giaccherini. E proprio su quest’ultimo Marchetti deve compiere l’intervento più difficile, respingendo d’istinto un tiro ravvicinato. I minuti passano, la lucidità viene meno, ma la Juve non perde occasione di farsi vedere in avanti. A rimanere sempre con il radar acceso ci pensa Pirlo, nonostante il ginocchio malandato. Dopo 4’ di recupero Rocchi fischia. La Juve é lassù e può andare a festeggiare sotto lo spicchio di curva occupato dai sui 10.000 tifosi in delirio.