La Cina: aiutare i Paesi meno sviluppati

ROMA – La Cina ha aperto ad obblighi vincolanti sul clima ponendo le sue condizioni per un accordo, per impegni da prendere a partire dal 2020. A Durban, in Sudafrica, nel corso del vertice Onu sui cambiamenti climatici il ministro cinese Xie Zhenhua, incontrando le Ong, ha rivelato che “dopo il 2020” si potrà pensare “anche a negoziare un documento giuridicamente vincolante”. Pochi giorni prima, il 2 dicembre, il delegato cinese Su Wei non ha “escluso la possibilità di un accordo legalmente vincolante” dicendo che “per noi è possibile ma dipende dai negoziati”.


Tra le condizioni poste dalla Cina, che con questa mossa potrebbero riaprire la strada dei negoziati, proprio un Kyoto 2 e un aumento delle promesse finanziarie per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Una situazione che non lascerebbe – secondo molti degli osservatori – alibi agli Usa, i quali ora non avrebbero alibi per sottrarsi a un eventuale accordo. La linea dell’Europa è tentare di definire a Durban un calendario per il futuro accordo globale con target di riduzione delle emissioni dei diversi Paesi. Una ‘roadmap’ prima di intraprendere nuovi impegni su Kyoto (in scadenza nel 2012).