Neruda, si riapre il caso sulla sua morte

SANTIAGO DEL CILE – “Cosa fu iniettato nelle vene di Pablo Neruda, antidolorifici per calmare la sofferenza dovuta al cancro o il veleno che ne provocò la morte?”: è per rispondere a questa domanda che il Partito comunista cileno ha chiesto alla giustizia di dare il via alla riesumazione delle spoglie del premio Nobel per la letteratura.

Il poeta morì il 23 settembre 1973 nella clinica di Santa Maria, 12 giorni dopo il colpo di Stato di Pinochet, e sono numerosi i sospetti sulle reali cause del decesso del poeta ed esponente del Pcc. La soluzione del giallo è affidata al giudice Manuel Carroza. Secondo Manuel Araya, autista di Neruda, sarebbe stato lo stesso premio Nobel a dirgli di aver subito un’”iniezione”.

E proprio quella puntura potrebbe essere stata letale.