Tutta in salita la strada del vertice europeo

BRUXELLES – E’ tutta in salita la strada che il vertice europeo dovrà percorrere per mettere la moneta unica al riparo da un naufragio che rischia di travolgere non solo il progetto d’integrazione europea ma anche l’economia internazionale. I segnali giunti ieri dalle capitali e dai mercati, alla vigilia quindi dell’appuntamento più importante nella storia dell’Ue, sui due grandi capitoli al centro del summit – la riforma dei Trattati e il ‘muro’ finanziario da erigere a difesa dell’euro – sono stati tutt’altro che rassicuranti. Berlino, hanno fatto sapere fonti del governo, è ‘’più pessimista’’ della scorsa settimana sulla possibilità di raggiungere un accordo complessivo nel corso del vertice, nonostante l’intesa annunciata lunedì dalla coppia Merkel-Sarkozy. Perchè, hanno aggiunto le stesse fonti, ‘’un certo numero di Paesi non ha ancora capito la gravità della situazione’’.


E sempre dalla Germania sono arrivate indiscrezioni su un ‘no’ tedesco all’ipotesi di rafforzare gli strumenti a difesa dell’euro facendo coesistere il fondo salva-Stati con l’Esm. Non a caso ieri sera il presidente americano, Barack Obama, ha chiamato proprio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, fortemente preoccupato dalle conseguenze di un eventuale fallimento del vertice europeo. Entrambi i leader – fa sapere la Casa Bianca – sono d’accordo sulla necessità di trovare ‘’una soluzione duratura e credibile alla crisi’’.
Il pressing degli Usa è forte, tanto che il presidente è voluto intervenire direttamente – telefonando alla cancelliera – nonostante il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner sia già da due giorni nel Vecchio Continente, per spronare i suoi leader a fare tutto il necessario.


Al pessimismo tedesco, però, si è aggiunto lo scetticismo austriaco sulla possibilità che nella due giorni di Bruxelles si riesca a costruire un ‘muro’ per la difesa dell’euro sufficientemente robusto per resistere da tre a cinque anni. Ma a indicare che i problemi aperti sono ancora tanti e complessi è stato anche Sarkozy.
– Il rischio di esplosione dell’Ue – ha detto – rimarrà concreto fino a quando l’accordo di lunedì scorso tra Francia e Germania per un nuovo trattato Ue non diventerà effettivo.


Il presidente francese ha sottolineato che ‘’non c’è alternativa’’ all’alleanza franco-tedesca per ridare fiducia agli investitori.


La reazione dei mercati è stata immediata. Lo spread tra Btp e Bund è tornato a crescere.


– E’ necessario prendere decisioni forti per costruire un nuovo patto di bilancio che sia credibile per i cittadini e i mercati – ha sottolineato dal canto suo il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso.

Che insieme a Tajani e agli altri colleghi dell’esecutivo comunitario sostiene che per rafforzare la disciplina di bilancio e procedere verso una vera e propria unione economica molto si può fare, anche con gli attuali Trattati e in tempi assai rapidi. Lasciando solo alcune cose alla procedura di revisione, più lunga, complessa e rischiosa, che comunque la Commissione appoggerebbe per dare un segnale di ‘’pieno sostegno’’ alla moneta unica ‘’senza minare le istituzioni europee. Perchè il rischio – che l’Italia rappresentata da Mario Monti sta cercando di contribuire a disinnescare – è che la Gran Bretagna di David Cameron punti i piedi e blocchi l’adozione della decisione necessaria per procedere a quegli interventi normativi e sui Trattati che Parigi, ma soprattutto Berlino, giudicano irrinunciabili. Una posizione che potrebbe portare al fallimento del vertice.