Eurozona, sale il pessimismo

BRUXELLES – Salgono tensione ma anche pessimismo a Bruxelles per il vertice salva-euro, l’ennesimo di quest’anno e forse nemmeno l’ultimo, considerato che a poche ore dall’arrivo dei leader dei 27 Paesi europei le divisioni su come frenare la spirale della crisi sono più numerose che mai. Per salvare la moneta unica, la riunione sarà a 27, perchè nessuno dei Paesi Ue voleva essere escluso da decisioni che hanno un impatto su tutti. E vedersi a 27 potrebbe essere necessario soprattutto in vista di una delle ipotesi sul tavolo, ovvero modificare il Trattato di Lisbona per inserirvi norme più rigide di governance che portino ad un’unione di bilancio tra i 17.


Ma riaprire i giochi del Trattato è un esercizio pericoloso, e nemmeno molto utile per rassicurare i mercati, fanno notare a Bruxelles. Le borse si aspettano un fondo salva-Stati più potente e un intervento più incisivo della Banca centrale europea che faccia da scudo ai Paesi in difficoltà. E invece l’Europa sembra puntare dritta verso una riforma che mira esclusivamente ad avere più rigore, quindi non un’arma di pronto utilizzo ma un ragionamento a lungo termine, e per ottenerlo è disposta a riaprire il vaso di Pandora del Trattato di Lisbona. Su questa ipotesi pende però, oltre allo scetticismo di alcuni come Svezia e Finlandia, anche l’incognita della Gran Bretagna, che non vuole dare il suo consenso alla riapertura del Trattato a costo zero. Londra, in cambio, rivuole il controllo totale sui mercati finanziari, quindi vuole chiamarsi fuori da tutte le regole di Bruxelles sulle transazioni finanziarie che hanno un grosso impatto sulla sua City. Ma gli altri Paesi Ue difficilmente accetteranno le sue condizioni.


L’alternativa, sponsorizzata da Merkel e Sarkozy ed ora appoggiata anche dal presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, è andare avanti a 17 o più, dando vita ad un nuovo Patto che contenga le nuove regole più stringenti per obbligare i Paesi a rispettare le regole. Ma anche questa ipotesi, che pure darebbe un segnale forte, potrebbe non bastare agli occhi dei mercati. Dubbi infine anche sul ruolo che può giocare l’Fmi: tutti lo tirano in campo, ma in pochi sono disposti ad aumentarne le quote di partecipazione.