Manovra, Monti cerca l’intesa in zona Cesarini

ROMA – Non sarà un’assalto alla diligenza, avevano promesso i partiti chiedendo modifiche alla manovra. Ma la giornata convulsa, vissuta ieri in commissione e fuori nei contatti frenetici tra il governo e i partiti, non ha nulla da rimpiangere alle trattative tipiche dei governi politici.

Tra rinvii di ora in ora in attesa degli emendamenti-clou su pensioni e Imu e lo stop sulle liberalizzazioni, il via libera alla manovra in Commissione dovrebbe arrivare solo nelle prossime ore (a edizione ormai chiusa) con un’intesa in zona Cesarini dopo che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha impedito nuovi ritardi, convocando per questa mattina l’Aula. La tabella di marcia prevedeva ieri la stretta sul decreto quando erano attese le proposte di modifica su Imu e sulle pensioni, sui quali i partiti premevano per correzioni in grado di far digerire all’elettorato la manovra ‘lacrime e sangue’.

All’ora stabilita, pero’, in commissione arrivano sì due emendamenti ma riguardanti altro. E uno dei due, la marcia indietro del governo sulle liberalizzazioni dei taxi, apre un calderone che causa uno stallo per tutta la giornata: Pd, Terzo Polo e Idv protestano per il ‘’passo indietro’’ del governo e nel frattempo il Pdl mette un nuovo veto pretendendo un limite sulla libera vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Alle spinte centrifughe dei partiti si sommano le pressioni delle associazioni di categoria con Federfarma che minaccia la serrata delle farmacie.

A metà mattinata i lavori in commissione congiunta Bilancio e Finanze sono di fatto bloccati in attesa degli emendamenti che prevedano sgravi sull’Ici e sull’indicizzazione delle pensioni. Una prima bozza che, a quanto si apprende, il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo stava per depositare in commissione viene bloccata dal viceministro Vittorio Grilli che vuole riscrivere le coperture. Il premier Mario Monti, Grilli e il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda si riuniscono alla Camera ed il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte, ipotizza un nuovo rinvio dell’approdo del decreto in Aula, ben visto dai partiti pronti a nuove correzioni.

– Non ho alcuna intenzione di differire ulteriormente – taglia corto invece il presidente di Montecitorio Gianfranco Fini, che conferma l’avvio della discussione in aula per questa mattina alle 10. Ma i partiti fremono e il relatore Pier Paolo Baretta ipotizza che si vada avanti senza gli emendamenti del governo.
– Certo – spiega – è meglio fare l’emendamento in accordo; ma se da governo non arriva un emendamento, noi ci assumiamo la responsabilità di presentare gli emendamenti anche sui temi caldi.

Per sbloccare l’impasse, interviene Monti. Il premier, che rinvia alle 22 il suo intervento in commissione, incontra i relatori e poi i capigruppo di Pd, Pdl e Terzo Polo, in raccordo con i leader di partito. Il Pd ritiene insufficiente alzare la soglia dell’indicizzazione delle pensioni fino a 1200 euro e chiede e ottiene che si arrivi a tre volte il minimo. Il Pdl chiede di alleggerire l’Ici per tutti e ottiene di spalmare su tutti lo sconto di 200 euro. Il Terzo Polo punta, oltre alla conferma sulle liberalizzazioni, ad avere segnali per le famiglie e saluterà con favore il taglio dell’Ici di 50 euro per ogni figlio. Trattative estenuanti che fanno sì che solo nel tardo pomeriggio comincino ad arrivare in commissione tutti gli emendamenti principali e solo in serata si sblocchi lo stallo sulle liberalizzazioni con l’avvio dal 2012. Una giornata campale che il governo pensa di evitare in futuro, autorizzando in consiglio dei ministri la fiducia da porre, se serve, in Aula.


Monti: «L’alternativa è l’evaporazione del reddito»


ROMA – La manovra porta un aumento della pressione fiscale ma ‘’l’alternativa sarebbe stata un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe, non alla recessione ma alla distruzione del patrimonio e all’evaporazione del reddito degli italiani’’. Lo ha dichiarato il presidente del consiglio, Mario Monti, in commissione Bilancio alla Camera.


Il premier, Mario Monti, ha anche sottolineato che la ‘’natura strutturale di molti interventi e l’equilibrio dell’azione intrapresa con numerosi e durevoli elementi di equità’’.