Cameron rischia «la primavera inglese»

LONDRA – Il veto a Bruxelles ha premiato il primo ministro britannico David Cameron nei sondaggi, portando i conservatori per la prima volta in quest’anno in testa ai laburisti. Ma la disoccupazione galoppante – che a 2,64 milioni di unità ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 17 anni – e la fronda euroscettica interna al suo partito ancora gli danno filo da torcere.

Cameron teme infatti che i suoi colleghi conservatori forzino un altro voto su un possibile referendum sull’inclusione del Regno negli stati membri dell’Ue. Downing Street ha paura che gli euroscettici, che già parlano di ‘primavera inglese’ per quanto riguarda la posizione del Regno Unito in Europa, possano impadronirsi di una votazione intesa a rivedere il contributo britannico al fondo di emergenza dell’eurozona per spingere la causa del rimpatrio dei poteri da Bruxelles a Londra. I deputati euroscettici potrebbero in questo caso proporre un emendamento per costringere ad un altro voto sul referendum, mandando all’aria i desideri di Cameron di chiudere la partita riguardo alle riforme del rapporto tra Gran Bretagna e Ue una volta per tutte.

Gli alleati di Cameron farebbero di tutto per evitare il ripetersi della ribellione di ottobre, quando 81 deputati conservatori, in piena sfida alla leadership, chiesero un referendum sul rapporto della Gran Bretagna con l’Europa. Ma l’impiego del veto da parte di Cameron la scorsa settimana ha riattizzato le ambizioni secessioniste degli euroscettici, che nei corridoi di Westminster hanno già iniziato a parlare di “primavera inglese”, e di una sempre più probabile separazione del Regno dall’Ue.


Il no di Cameron al trattato è stato anche premiato dall’opinione pubblica, che ha dato ai conservatori il 41% dei consensi, contro il 39% dei laburisti in un sondaggio Ipsos/Mori. Un appoggio che stupisce, data la crescente preoccupazione dei britannici per lo stato in cui versa l’economia, soprattutto alla luce dei dati sulla disoccupazione pubblicati, secondo i quali l’8,3% dei sudditi di sua Maestà, pari a 2,64 milioni di persone, è senza lavoro. Rispondendo alle critiche del leader laburista Ed Miliband al question time, Cameron ha dichiarato che stimolare il settore privato affinchè assuma più dipendenti è l’unica strada possibile.
– La disoccupazione – ha detto – è sempre una cattiva notizia e una tragedia per chi ne viene colpito