L’accusa di Spiegel all’Italia: “Insabbiò le Fosse Ardeatine”

BERLINO – Alla fine degli Anni ‘50 fu il governo italiano che decise di non perseguire i responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, per cui sono stati chiamati a rispondere solo Herbert Kappler ed Erich Priebke. Lo sostiene lo Spiegel, che pubblica i risultati di una ricerca dello storico berlinese Felix Bohr basata su documenti rinvenuti nell’Archivio politico dell’Auswaertiges Amt (AA), il ministero degli Esteri tedesco. Lo storico ha trovato la corrispondenza intercorsa nel 1959 tra l’ambasciata tedesca a Roma e l’AA, da cui emerge che diplomatici italiani e tedeschi lavorarono insieme per evitare che i complici di Kappler venissero chiamati a rispondere dei loro crimini davanti alla giustizia italiana.


Il consigliere d’ambasciata tedesco dell’epoca a Roma, Kurt von Tannstein, iscritto al partito nazista, scriveva che l’obiettivo “auspicato da parte tedesca e italiana” era di “addormentare” le indagini sull’eccidio del marzo 1944 in una cava della Città eterna in cui morirono 335 civili e militari italiani. Il settimanale di Amburgo scrive che “l’iniziativa partì dal governo italiano” perché i dirigenti democristiani non avevano interesse a chiedere l’estradizione dei responsabili dell’eccidio residenti in Germania. Un diplomatico italiano spiegò infatti che “il giorno in cui il primo criminale tedesco verrà estradato, ci sarà un’ondata di proteste in altri Paesi che a quel punto chiederanno l’estradizione dei criminali (di guerra, ndr) italiani”. L’altro motivo dei governanti italiani era di non turbare i buoni rapporti con la Germania di Konrad Adenauer, alleata nella Nato, ma anche quello di non fornire un vantaggio propagandistico al Partito comunista italiano.


I documenti scoperti dallo storico Bohr rivelano adesso il contenuto di un colloquio che l’ambasciatore tedesco Manfred Klaiber ebbe nel 1958 con il capo della procura militare di Roma, colonnello Massimo Tringali, che si era recato in ambasciata. Klaiber scrisse a Bonn come “nel colloquio il colonnello Tringali” avesse “espresso che da parte italiana non c’è alcun interesse a portare di nuovo all’attenzione dell’opinione pubblica l’intero problema della fucilazione degli ostaggi in Italia, in particolare di quelli alle Fosse Ardeatine, per motivi generali di politica interna”.

L’Iran ai Paesi del Golfo: “L’Ue ci sanziona? Non datele petrolio”


TEHERAN – I Paesi del Golfo non devono allinearsi alle sanzioni dell’Occidente contro l’Iran compensando con il proprio petrolio le mancate forniture in caso di embargo. E’ l’avvertimento lanciato ieri dall’Iran ai propri vicini del Golfo, mentre si avvicina il giorno della decisione dell’Ue sulle sanzioni e gli Usa fanno pressing sui Paesi asiatici perché riducano le proprie importazioni di greggio iraniano. A parlare è stato Mohammad Ali Khatibi, governatore iraniano presso l’Opec, in un’intervista al quotidiano Sharq. Se i produttori del Golfo daranno luce verde per rimpiazzare il petrolio iraniano, ha detto Khatibi, “saranno i principali responsabili di quello che accadrà” nella regione, Stretto di Hormuz incluso, e l’Iran lo riterrebbe un atto ostile.