Spari dalla petroliera italiana, l’India: “Avete ucciso 2 pescatori”

NEW DELHI – Un’operazione che apparentemente aveva permesso di sventare mercoledì un attacco di pirati alla petroliera italiana ‘Enrica Lexie’ in navigazione nel Mar Arabico, al largo dello Stato indiano del Kerala, si è trasformata in poche ore in un incidente internazionale, con l’India che accusa gli uomini della Marina italiana imbarcati sull’unità di “avere ucciso due pescatori” inermi. L’ambasciatore d’Italia Giacomo Sanfelice è stato immediatamente convocato al ministero degli Esteri indiano per discutere dell’accaduto, mentre tv all news, agenzie di stampa e portali online dei quotidiani martellavano con i particolari della storia, dando spazio alle proteste delle autorità locali e delle associazioni dei pescatori. L’equipaggio della nave della compagnia ‘Fratelli D’Amatò di Napoli e lo Stato Maggiore della Marina non avevano avuto il minimo dubbio nel catalogare l’episodio come l’ennesimo caso di pirateria, e per questo dopo gli spari l’unità si era allontanata in fretta dalla zona per continuare la propria rotta. Ma dopo 3 ore circa, da quei “colpi di avvertimento” sparati contro un peschereccio che aveva manifestato “un atteggiamento ostile, tipico dei pirati”, un’altra ipotesi è emersa quando nel porto di Kollam sono giunti i cadaveri di due pescatori indiani. La Guardia costiera indiana ha fatto inseguire la petroliera chiedendo al capitano, che ha accettato, di invertire la marcia ed entrare nel porto di Kochi.