Delitto Macchi: legale diffonde lettera anonima del 1987

(ANSA) – VARESE, 10 MAR – Una lettera anonima già nota agli inquirenti, firmata ‘Una mamma che soffre’ e inviata 29 anni fa ai genitori di Lidia Macchi, la studentessa di Varese uccisa nel gennaio 1987, è stata diffusa alla stampa dal legale della famiglia, l’avvocato Daniele Pizzi. “L’obiettivo è che, divulgandola, qualcuno ne possa riconoscere la grafia – ha spiegato il legale – e, quindi, farsi avanti con gli inquirenti”. La lettera (mandata in onda anche nel corso della puntata di ieri sera di Porta a Porta su RaiUno) fu imbucata il 21 gennaio 1987 a Vercelli e nei giorni successivi fu recapitata ai genitori di Lidia Macchi, a Varese, che all’epoca ricevettero altre missive anonime. L’autore della lettera scrive di aver “registrato su un nastro magnetico” alcune frasi “di origine paranormale” pronunciate dalla ragazza dopo la morte. “So chi è stato ad uccidermi, è stato un mio amico di Comunione e Liberazione”, si legge in uno dei passaggi dello scritto che nella lettera viene attribuito alla vittima.