Sanità: gli diagnosticarono tumore che non aveva, risarcito

(ANSA) – MILANO, 18 APR – Gli venne diagnosticato un tumore, e in particolare un “adenocarcinoma infiltrante”, ma poi a seguito di esami eseguiti in altre strutture sanitarie scoprì che non si trattava di una forma tumorale ma di una “displasia”. A sei anni di distanza da quella diagnosi, il paziente, rappresentato dal legale Stefano Gallandt, ha vinto in appello la causa civile intentata contro un medico e contro la ‘Fondazione IRCCS Cà Grande – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano’ che sono stati condannati a risarcirlo con 6.100 euro per danni patrimoniali e morali per il “turbamento dell’animo determinato dalla diagnosi erronea”. In primo grado, il Tribunale civile di Milano aveva respinto le richieste risarcitorie dell’uomo (il referto con la diagnosi di tumore è del maggio 2010), mentre la seconda sezione della Corte d’Appello, ha dato ragione al paziente perché è stata riconosciuta la “colpa grave” nella diagnosi errata e anche la compromissione dell’equilibrio “psichico della persona”.