Moro: Grassi, nostri 007 seppero prima ma non intervennero

(ANSA) – ROMA, 16 MAG – “Dunque Moro sapeva di essere in pericolo, ed anche i Servizi di sicurezza ne erano al corrente. Le affermazione dell’ex portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Bassam Abu Sharif, intervistato oggi dal Corriere della Sera, confermano quanto abbiamo ricostruito recentemente sulla base del cablogramma del 18 febbraio ’78 spedito da Beirut”. Lo afferma Gero Grassi, componente dem della Commissione Moro, il quale aggiunge: “dalle nostre ricerche è emerso proprio questo: lo statista era stato avvisato, quasi certamente proprio dal colonnello Giovannone, capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut, e suo uomo di fiducia, dei progetti che lo riguardavano. Solo il 15 marzo, il giorno prima dell’eccidio di via Fani, il capo della Polizia Parlato si recò nello studio privato di Moro, in via Savoia, per discutere il rafforzamento delle misure di sicurezza. Un ritardo di cui vogliamo capire le ragioni”.