Violentò e uccise donna in Polonia, “torture per confessare”

(ANSA) – MODENA, 4 FEB – “Non sono un assassino. Ero di Solidarnosc e il regime comunista polacco di allora mi accusò del delitto, coprendo l’autore, figlio di un ufficiale della polizia militare. Sono scappato in un permesso premio, dopo sei anni di carcere, da allora vivo in Italia”. Piotr Turkiewicz, il polacco 51enne arrestato dai carabinieri a Zocca (Modena) su mandato Interpol per violenza sessuale e omicidio di una giovane nell’85 in Polonia, si è difeso in Corte d’Appello, competente per l’estradizione. Turkiewicz si ricostruì la vita a Zocca, dove viveva con la fidanzata, pure polacca. Fu arrestato quando fu scoperto che il passaporto era contraffatto. L’avv.Francesco Murru di Bologna ha riferito che l’uomo ha raccontato di esser stato costretto dal regime comunista a confessare un delitto mai commesso e di appartenere al sindacato libero messo al bando dal regime di allora: “Fui condotto in caserma, dove mi torturarono per settimane”. L’avv.Murru con un collega di Varsavia chiede alla Polonia di rivalutare il caso. (ANSA).