Foto ‘blasfeme’: Cassero Lgbt, ‘sconcerta veemenza Curia’

(ANSA) – BOLOGNA, 5 MAR – “Colpisce la veemenza con cui la Curia prende parola sulla vicenda giudiziaria legata alle immagini della festa ‘Venerdì credici’, in un momento, l’attesa del pronunciamento dei giudici, in cui sarebbe doveroso astenersi da impropri tentativi di ingerenza. Nella richiesta di archiviazione la Procura correttamente rileva, con argomenti tecnici, che non c’era intento offensivo bensì satirico nelle immagini in questione”. Così, in una nota, il consiglio direttivo del Cassero Lgbt Center, dopo che l’Arcidiocesi, guidata da mons.Matteo Zuppi, aveva criticato la Procura della Repubblica che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, a carico di ignoti, per le foto pubblicate due anni fa sulla pagina Facebook del Cassero, sede del comitato provinciale Arcigay, e giudicate blasfeme da esponenti Fi e Ncd, che avevano presentato denuncia. In particolare per una serie di foto – per promuovere una serata – che ritraevano tre uomini travestiti da Gesù e i due ladroni che mimavano pratiche sessuali, usando una croce. “Va detto che quelle immagini, in ogni caso – replica il Cassero – sono state rimosse dai canali dell’associazione, e che nei giorni successivi ai fatti il Cassero, seppur convinto dei suoi intenti non lesivi, prese comunque parola pubblicamente per chiedere scusa a chi si fosse sentito offeso da quelle fotografie. Tutto questo nonostante il contesto storico fornisse chiavi di lettura lampanti per quella vicenda: nel 2015, poche settimane prima della festa, tutto il mondo manifestava per la libertà di espressione, a difesa di Charlie Hebdo, la rivista satirica francese colpita da un attentato terroristico. Quella strage giungeva proprio in seguito alla pubblicazione di una vignetta, ritenuta da chi imbracciò le armi e uccise offensiva del sentimento religioso. Ricomponendo quindi la vicenda, lascia sgomenti l’appello alla gogna che la curia affida alle pagine dei giornali, aggravato dal riferimento ai giudici, scomposto nell’intento e quasi intimidatorio nel tono. Ma soprattutto è per noi sconcertante che l’arcidiocesi guidata dal vescovo Zuppi, quello del dialogo e della tenerezza, decida di riaprire un conflitto rimarcando dopo tutto questo tempo quella vicenda”. (ANSA).