Vescovo Tunisi, da noi chiese vuote appena c’è pericolo

(ANSA) – CAGLIARI, 16 MAR – I cristiani in Tunisia? Difficile contarli, al minimo segnale di pericolo scappano via e le chiese si svuotano. Allarmismo ingiustificato, però: dopo un attentato non si smette di andare in Francia o in Germania, mentre in Tunisia sono spariti. Parola dell’arcivescovo di Tunisi Ilario Antoniazzi, ospite a Cagliari della tavola rotonda su “Islam e Cristianesimo. L’esperienza della Chiesa cattolica in Tunisia”, organizzata dal Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni dell’Università di Cagliari, dall’Arcidiocesi di Cagliari e dalla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. “Quanti sono i cristiani in Tunisia? Una domanda che non si deve mai fare – scherza il vescovo – loro vengono e partono senza avvertire. Poi, basta che sia messa una bomba anche a duecento chilometri, e le chiese, che prima erano piene, diventano vuote perché i fedeli (i cristiani in Tunisia sono tutti stranieri, ndr) sono scappati in aereo. I turisti? Non ce ne sono più. Ed è un errore: il Paese è tranquillo, uno dei posti più sicuri del nord Africa, l’ultimo attentato risale a due anni fa”. I limiti della Chiesa in Tunisia? “La condotta della Chiesa è governata da un accordo, che si chiama Modus Vivendi – spiega l’alto prelato – stipulato nel 1964 tra Vaticano e Governo. Ci sono dei limiti: ad esempio non si può parlare di Vangelo con i tunisini, non si possono ricevere donazioni. Ma questo accordo ci dà certezze: la sicurezza di poter restare. Conoscendo i nostri limiti e rispettandoli non abbiamo problemi, nè con la polizia nè col governo. (ANSA).