Morte in rogo: fermato a Gip, non ero lì quella notte

(ANSA) – ROMA, 04 GIU – “Quella notte non ero lì, ero lontano assieme alla mia famiglia”. Così si è difeso stamani Serif Seferovic, il 20enne sospettato di essere l’autore del rogo del camper in cui il 5 maggio scorso morirono a Roma tre sorelle di etnia rom, nel corso dell’udienza di convalida del fermo avvenuta nel carcere di Torino. Durante l’atto istruttorio Seferovic, assistito dall’avvocato Gianluca Nicolini, ha ribadito che la notte in cui è andato a fuoco il camper non si trovava nella zona del rogo, a Centocelle, ma in una area di sosta a Prati Fiscali assieme a tutta la sua famiglia. La difesa del giovane ha chiesto, quindi, di acquisire le immagini a circuito chiuso della zona affermando, inoltre, che in quelle ore alcuni agenti delle forze dell’ordine erano intervenute per controllare proprio la zona dove si trovava la famiglia del fermato. Il gip di Torino si è riservato di decidere in merito alla convalida del fermo. Il giudice Alessandra Danieli deciderà nelle prossime ore se convalidare l’arresto.