Segre, vedo tornare rigurgiti di slogan che credevo morti

(ANSA) – MILANO, 20 GEN – Liliana Segre si sente “una donna comune e una nonna felice”, ma è “preoccupata per il futuro, per i rigurgiti orribili di cose e parole che credevo morte e non avrei mai pensato di tornare a sentire”. Così la neosenatrice ha risposto ai giornalisti che l’hanno intercettata in via Stradella, a Milano, dove insieme a esponenti della Comunità ebraica milanese ha presenziato a una cerimonia per l’installazione della pietra d’inciampo dedicata a Enzo Capitano. Capitano era uno studente milanese di 17 anni che il 22 dicembre del ’44 fu prelevato da fascisti in borghese e consegnato alle SS. Morì a Mauthausen il 9 maggio del 1945, cinque mesi dopo la sua deportazione e quattro giorni dopo la liberazione del campo. “Parlo da anni ai ragazzi cercando di spiegare che la memoria è importante, che odio e vendetta non hanno senso, che conta solo l’amore per la vita. Ma oggi vedo in giro rigurgiti di cose orribili, slogan e parole che credevo morte e che invece tornano. Non avrei mai pensato di tornare a sentirle”. (ANSA).