Terremoto: “grande abbaglio decreto su aiuti alle imprese”

(ANSA) – NORCIA (PERUGIA), 24 MAR – “Il recente decreto emanato lo scorso 21 marzo, che stabilisce gli aiuti alle imprese danneggiate dal sisma, è un grande abbaglio. Servono delle correzioni immediate”: a dirlo è Francesco Filippi, consigliere comunale di Norcia e capogruppo di opposizione. “Qualcuno ci deve spiegare – dice Filippi – perché per avere accesso alle agevolazioni, le aziende debbano dimostrare che la riduzione di almeno il 30% del loro fatturato sia calcolata nei sei mesi che vanno dal 19 gennaio al 19 luglio 2017, quando il terremoto ha paralizzato le attività di Norcia e della Valnerina già dalla scossa di agosto e soprattutto con quella del 30 ottobre 2016”. “Le aziende che avevano chiuso i battenti subito dopo il 30 ottobre – aggiunge il consigliere – saranno sicuramente penalizzate da questo decreto. Il grande danno le imprese lo hanno subito nei primi mesi subito dopo il sisma, quando tutto si è davvero fermato”. “Prendere altre finestre temporali per stabilire eventuali riduzioni o meno del fatturato – osserva – potrebbe essere utile ad altri imprenditori dell’Umbria, ma non a quelli che si trovano nell’area del cratere”. Secondo Filippi il rischio per le aziende colpite dal sisma è che “il fatturato tra il 19 gennaio e il 19 luglio 2017 – periodo di bassa stagione – per le imprese che nel frattempo si erano rimesse in moto, non si discosti sufficientemente dal triennio precedente, con cui deve essere comparato, così da accedere al contributo”. C’è anche un altro passaggio contenuto nel decreto che Filippi contesta: “E’ quello che recita che se l’importo dei costi di produzione 2017 e 2018 è inferiore al 30% della riduzione del fatturato si dovrà procedere alla rideterminazione del contributo concedibile ed eventualmente alla restituzione della parte in eccesso avuta con l’anticipazione”. “Ancora più grave è il fatto che il decreto non contiene misure per chi è ancora chiuso o ha delocalizzato soltanto da poco tempo che, quindi, si è dovuto accontentare del solo una tantum di 5 mila euro”. (ANSA).