Vecchi problemi ma nuovi interlocutori: la speranza di una svolta

ROMA  – Piccoli segnali politici in controtendenza rispetto al recente passato. Questo l’augurio espresso dal Segretario Generale Elio Carozza dando lettura della relazione del Comitato di Presidenza del Cgie, la cui plenaria si concluderà oggi.

Si respirava un clima diverso ieri pomeriggio tra i consiglieri riuniti in assemblea: un clima fatto di speranza per versi, in quanto sono cambiati gli interlocutori politici, eppure una speranza consapevole di una realtà che sa di tagli e crisi.

In questo nuovo e mutato contesto politico, cosa chiede il Cgie al Governo? “Necessari ed urgenti impegni concreti rispetto alle questioni aperte”, ha detto Carozza, a nome di “una grande comunità di italiani, che per un lungo periodo è restata senza risposte e spesso umiliata da continui ed insensati tagli agli stanziamenti ad essa destinati, a testimonianza della più assoluta indifferenza e considerazione per la realtà dell’emigrazione e della sua discendenza, percepita colpevolmente come un peso e non come una risorsa per la stessa crescita dell’Italia”.

– Voglio assicurare – ha proseguito Carozza – tutta la disponibilità del CGIE e la volontà di mettere a disposizione, le conoscenze, le esperienze e l’impegno volontario, di ognuno di noi singolarmente e di tutto il Consiglio generale nel suo insieme. Le rilevanti riduzioni dell’impegno politico e degli interventi finanziari di quest’ultimi tre anni in particolare per quanto concerne l’insegnamento della lingua e cultura italiana, il sostegno verso gli anziani indigenti che vivono in condizioni al di sotto di ogni soglia accettabile, la disinvoltura con la quale non si è dato nessun segnale di attenzione alle indicazioni emerse dalla prima Conferenza mondiale dei giovani italiani e di origine italiana – ha esordito quindi Carozza – stanno determinando una vera e propria bancarotta della politica per gli italiani all’estero. In questo contesto, – ha aggiunto – si iscrive il ridimensionamento della rete consolare, senza nessuna presa in considerazione delle misure per rispondere alla domanda di servizi da parte della rete consolare, avanzata dai nostri connazionali e al bisogno di servizi erogati ai connazionali e pili in generale alle necessita di una rinnovata ed efficace presenza diplomatico-consolare dell’Italia sui piano economico, culturale e politico nel Mondo”.

Inoltre, “l’attacco frontale e continuo verso gli istituti di rappresentanza intermedia (Comites e CGIE) da parte di chi avrebbe dovuto difenderli e valorizzarli, unitamente al continuo rinvio delle elezioni dei Comites e del Consiglio Generale, hanno portato ad una situazione vicina al punto di non ritorno”.

Una “consapevole politica” “giustamente percepita tra gli italiani all’estero come indifferenza e abbandono da parte dell’Italia”, una politica che “minaccia di compromettere definitivamente e quindi spezzare, per la prima volta nella storia dell’emigrazione italiana, il cordone ombelicale che ha legato da sempre e lega la comunità all’estero al Paese Italia”.

In questa “difficile congiuntura economica e finanziaria”, il Cgie “ribadisce la disponibilità e la volontà di contribuire, come italiani all’estero, ad assumerci, nelle forme possibili, le nostre responsabilità di fronte alle severe politiche di risanamento in corso e mettere a disposizione del Paese tutto i1 potenziale di cui queste realtà sono dotate”.

– L’emigrazione, dunque, – ha sintetizzato Carozza – può essere una leva importante per la ricostruzione di quell’Italia nuova che sarà tale solo se saprà trovare una collocazione e un ruolo autorevole sul piano internazionale. Per questo, abbiamo il dovere di resistere e cercare le modalità per continuare a difendere gli interessi e le aspirazioni delle nostre comunità. Un’ulteriore occasione per continuare a resistere e operare viene – secondo Carozza – dal clima diverso che si e determinato a livello politico/istituzionale a seguito della nascita del nuovo Governo e del c1ima di fiducia nel suo operato che sembra diffondersi.

In particolare, tra i temi importanti citati dalla relazione del Comitato di Presidenza, figurano gli “interventi verso l’apprendimento e la diffusione della lingua italiana, l’assistenza alle poche migliaia, per fortuna, di connazionali che vivono in condizioni di indigenza, i servizi consolari ed agli Istituti di rappresentanza”.

– Voglio ricordare – ha continuato il segretario generale – quante volte in questi ultimi tre anni, il CGIE ed i Comites, hanno ripetuto come il mancato rinnovo a scadenza naturale del CGIE e dei Comites per decisione del Governo con il pretesto della necessità di riformare questi stessi organismi, abbia contribuito sostanzialmente a uno sfiancamento. La conseguenza è che essi si sono indeboliti nella loro capacità di rappresentanza ed hanno dovuto attivare un’opera di resistenza piuttosto che di sviluppo e di avanzamento delle politiche e degli interventi per gli italiani nel mondo. E con essi si e indebolita di fatto la stessa rappresentanza parlamentare eletta all’estero”.

Debolezza che “deriva anche dai continui tagli effettuati sui capitolo di

bilancio che stanno comportando 10 smantellamento di molti Comitati costretti a far fronte all’impossibilità di sostenere le spese di sopravvivenza, cosi come – ha ricordato – sta avvenendo per i1 Consiglio Generale, che non è ormai più in grado di assicurare le riunioni previste dalla Legge”.

– Eppure – ha enfatizzato Carozza – si tratterebbe di poche decine di migliaia di euro che potrebbero mantenere in vita due organismi e dare un segnale importante di incoraggiamento al volontariato di cui si avvalgono questi due istituti di rappresentanza

Quanto all’apprendimento ed alla diffusione della lingua e della cultura italiana, dalla relazione del Cdp è emersa la richiesta di un intervento per rivedere radicalmente le disposizioni legislative in vigore che risalgono ormai agli inizi degli anni ’70, al fine di attuare “una organica riorganizzazione”.

– Possiamo, se il Governo lo vorrà, – è questa la richiesta espressa da Carozza – iniziare già da subito con un “seminario” chiamando a partecipare alla riflessione tutte le parti interessate. Inizierà cosi un percorso che – ha detto il segretario Cgie – speriamo possa prima della fine della legislatura portare all’approvazione di una nuova legge”.

Nell’immediato, la richiesta espressa dal Cdp del Cgie è quella “di rimediare alla cieca politica del precedente Governo” “almeno ritornando alla linea dell’ultimo intervento, per evitare che sia definitivamente lacerata una rete altrimenti irrecuperabile”.

Infine, una nota su RAI Internazionale. Esprimendo “apprezzamento per le parole tempestivamente espresse dal Ministro Terzi a difesa dell’emittente”, e per “l’iniziativa dei parlamentari eletti all’estero che di recente hanno riproposto la questione nell’incontro richiesto al Sottosegretario Catricala”, il Cdp non nasconde “una certa amarezza quando nel polverone sollevatosi durante i1 recente festival di Sanremo sulle esternazioni di Celentano, è ritornato anche i1 dato che con il cachet di una serata del pur importante “molleggiato” nazionale si potevano tenere aperte per un anno le redazioni della RAI in America Meridionale e in Africa”.

Carrozza ha concluso ribadendo che “l’informazione e la comunicazione sono leve essenziali per il futuro dell’Italia nel Mondo.

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