Tra bilanci e propositi, gli interventi degli eletti all’estero

ROMA – Questa ancora in corso, seppure con un cambio di governo, è stata la seconda legislatura che ha visto seduti tra i banchi di Camera e Senato anche parlamentari eletti all’estero. Ed anche se si trattato di una legislatura “orribilis” come l’ha definita Gino Bucchino, i rappresentanti della circoscrizione Estero hanno cercato in ogni modo di sensibilizzare governo e parlamento presentando una serie infinita di iniziative – proposte di legge, mozioni, interrogazioni e ordini del giorno – che purtroppo, per nella maggior parte dei casi sono cadute nel nulla.
L’amaro bilancio è proprio del deputato del Pd eletto in Canada Bucchino, presente ieri mattina ai lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie alla Farnesina insieme ai colleghi di partito Fabio Porta del Brasile, Marco Fedi dall’Australia e Laura Garavini dall’Europa. Più tardi si è affacciato in Sala Conferenze Internazionali anche il senatore Claudio Micheloni. Tutti hanno rivendicato l’azione svolta in parlamento a sostegno delle proprie comunità, ma non sono mancati i mea culpa, pensando a quello – tanto – che ancora va fatto e a ciò che si sarebbe potuto fare, stando forse più uniti. Certo, hanno osservato a loro discolpa i deputati del Pd, le politiche del governo Berlusconi hanno lasciato loro poco spazio d’azione, ma ora occorre guardare avanti ed accogliere i “ricorrenti segnali di novità” del nuovo governo.
Lo ha riconosciuto per primo Bucchino, che non ha lesinato dure critiche al proprio partito: “in questi 3/4 anni di disinteresse politico del Pd verso gli italiani all’estero con le due Camere “militarizzate dalla maggioranza di governo” e “ridotte sotto il controllo dei partiti”, i parlamentari eletti all’estero erano “gli unici eletti direttamente dal popolo”. Eppure poco hanno potuto fare contro la “destrutturazione” dei rapporti con le nostre comunità nel mondo: offerta di lingua e cultura sono “sotto il livello di guardia” e basterebbero 10/15 milioni per farle almeno “galleggiare”; Rai Internazionale è stata “svuotata”; in due anni sono saltate le convenzioni sanitarie in America latina, come “se anche la vita degli uomini fosse soggetta a tagli lineari”; quanto alle detrazioni per carichi di famiglia non c’è ancora “parità di diritti”.
Fabio Porta, dal canto suo, ha registrato “un atteggiamento nuovo, di rispetto” da parte del governo Monti verso le questioni degli italiani all’estero ed i loro rappresentanti, come dimostra il positivo esito dell’incontro avuto nei giorni scorsi con il sottosegretario Catricalà. Senza contare, ha aggiunto il deputato del Pd, il ritorno d’immagine che Mario Monti ha dato all’Italia nel mondo. Ora, però, “è il momento di passare dalle buone maniere alla concretezza”, ha detto Porta, per il quale la sospensione della chiusura delle sedi consolari decisa da Terzi un “primo segnale” di buona volontà, ma “ne servono altri”.
Bisogna avere però anche il “coraggio dell’autocritica”, ha ammesso Porta, convinto che “un maggior lavoro di squadra tra gli eletti all’estero avrebbe aiutato” ed invece non è mai stata convocata una riunione congiunta dei due Comitati per gli italiani all’estero di Camera e Senato.
È d’accordo il collega Marco Fedi: “il momento dell’agire oggi” ed anche se negli anni il Cgie ha raggiunto “importanti risultati”, la fase storica è cambiata.
“Le responsabilità del governo Berlusconi sono davanti a tutti”, ha accusato Fedi, che ad ogni modo vede nel governo Monti l’opportunità di “portare avanti un pacchetto di proposte unitarie”.
I temi da affrontare insieme sono tanti, ma fra questi c’è innanzitutto il rinnovo di Comites e Cgie: “dobbiamo tutti chiedere al Governo di far svolgere le elezioni subito, appena possibile”, ha concluso Fedi, “senza confusione politica e istituzionale”.
Un chiaro “no” ad ulteriori “dilazioni” delle elezioni per il rinnovo di Comites e Cgie è stato espresso anche da Laura Garavini. .
Vi sono certamente altri “problemi importanti” – “l’eredità che questo governo ha accolto è devastante e rende più difficile interventi concreti” -, ma, ha osservato Laura Garavini, “è ingenuo pensare che in così breve tempo sia possibile dar loro risposta”.

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