Insicurezza a Barinas? L’ambasciata ha i suoi esperti

BARINAS – È stata una due giorni fitta di incontri, impegni e proposte, la visita dell’ambasciatore Paolo Serpi a Barinas. Giunto nella città ‘llanera’ martedì mattina, Serpi si è immediatamente trovato involucrato in un vortice di appuntamenti. Economia, sicurezza e collaborazioni da realizzarsi in un futuro non troppo lontano, i motivi conduttori delle riunioni.

Vittime di sequestro? Meglio uno squillo all’ambasciata
Cominciamo dai nostri, dalla collettività italica del posto. Tutti i connazionali, accorsi numerosi al Centro Italiano Venezolano, hanno espresso profondo onore, estrema contentezza e decisa soddisfazione per aver poturo abbracciare per la prima volta, è bene ribadirlo, il loro ambasciatore.
-Mai come in quest’occasione – descrive con enfasi il presidente del Civ, Gennaro Giammarinaro – abbiamo sentito tanta vicinanza e comprensione nei nostri confronti da parte del Governo italiano. Dopo le visite di Davoli, nel 2011, e Serpi ci sentiamo più appoggiati dalle istituzioni del Belpaese.
All’incontro al Civ, preceduto da un breve sopralluogo dell’ambasciatore alla nuova agenzia consolare onoraria, inaugurata a novembre, hanno partecipato circa 140 persone. Si è discusso essenzialmente di sequestri ed espropri. Ognuno ha esposto i propri timori e descritto le proprie necessità, l’ambasciatore non si è tirato indietro ed ha risposto alle domande, invitando i presenti a trovare il coraggio di chiamare l’ambasciata e a fidarsi delle autorità.
Serpi ha ricordato che nella sua sede diplomatica è attivo un team di esperti, venuto dall’Italia e capace di agire contro ogni tipo di sequestro. Basta uno squillo e la squadra entra in azione con la massima discrezione possibile.
Sul versante delle confische e delle invasioni l’ambasciatore ha confermato l’impegno, suo e del Governo, nella lotta contro ogni situazione irregolare. A tal proposito, a circa un anno fa risale l’invasione della tenuta di un cittadino italiano residente a Barinas: del caso si è interessato lo stesso ambasciatore che ha invitato il connazionale, adesso in Italia, a mettersi immediatamente in contatto con il suo ufficio o in alternativa con quello dell’Agente Consolare Onorario di Barinas, Giuseppe Gherardi.
Terminata la discussione, tutti a tavola, con la succulenta cena a base di piatti tipici regionali, principalmente baresi, siciliani e napoletani, preparata dalle signore del club.
Verso le 22, dopo uno scambio di battute sull’economia mondiale e l’esortazione a non farsi prendere dallo sconforto per la crisi italiana, definita “passeggera”, Serpi si è congedato dalla platea, “ormai sfinito”, come racconta un raggiante Giammarinaro.

Un ‘hermanamiento’ di tecnologia ed esperienza
I colloqui con le istituzioni locali sono stati assidui ed hanno avuto inizio nello stesso aeroporto con l’ambasciatore riunito insieme all’italovenezuelano Giuseppe Cacioppo, comandante della polizia dello stato Barinas, Miguel Ángel León, presidente del Consejo Legislativo e Tomás Acosta, direttore degli affari internazionali della Gobernación.
Nel pomeriggio gli appuntamenti alla Camera di Commercio, con il presidente Edgar Reyes e alcuni imprenditori, italiani e non, e al Palazzo di Governo con Antonio Albarrán, segretario di governo, che ha fatto le veci del governatore Adán Chávez momentaneamente fuori città, e il sindaco Abundio Sánchez.
L’incontro di mercoledì al Consejo Legislativo, cui ha partecipato anche il comandante di origini italiane del Desur (Destacamento de Seguridad Urbana), Carlos Anicetti, ha posto termine al trittico di riunioni con gli esponenti della politica, dell’economia e delle forze dell’ordine dello stato occidentale.
Ai governatori venezuelani l’ambasciatore ha avanzato la proposta di gemellaggio dello stato barinés con una regione italiana, da scegliere tra la Campania e la Sicilia. “Si è pensato a queste due candidate – prescisa l’Agente Consolare Onorario, Giuseppe Gherardi -, perché da lì proveniva la maggiorparte degli italiani giunti qui nel secolo passato”.
Un gemellaggio indoneo e probante da realizzarsi su basi sociali e culturali solide, garantite dalla comunità italiana ivi presente e perfettamente integrata, e su legami economici ancora da costruire.
-Nel 1956 – prosegue Gherardi – dei 25.000 abitanti che all’epoca contava Barinas, 5.000 provenivano dall’Italia, è un punto da cui partire. Barinas è una regione che vive di agricoltura, allevamento e petrolio, l’Italia può assicurarle la tecnologia e l’esperienza necessarie a sviluppare questi settori.
La Gobernación venezuelana ha fatto espressamente richiesta di esperti italiani nella costruzione di strade e infrastrutture viarie: pensare all’Anas, il gestore della rete stradale ed autostradale italiana, è come fare 2+2.
Si è parlato anche di turismo e, ovviamente, di oro nero, ma largo spazio è stato riservato al settore primario: con la produzione di riso (venezuelana) e frumento (italiana) al top dell’agenda commerciale. Lo stato ‘llanero’ genera anche una gran quantità di prodotti caseari: intenzione autoctona è quella di migliorare, ottimizzare e dare maggior varietà all’elaborazione degli stessi, latte e formaggio su tutti.
A margine dell’incontro al Consejo Legislativo è stata realizzata la conferenza stampa di fronte agli organi d’informazione regionali, ancora prima era avvenuta la partecipazione al programma televisivo Punto de Encuentro della seguitissima Telellano. Un breve resoconto della visita prima di prendere il volo delle 12:00, destinazione Caracas.

Giovanni Di Raimondo

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