L’ira di Terzi: «Contro i marò un processo illegittimo»

ROMA – L’Italia alza la voce con l’India con l’aggravarsi della crisi sul caso dei due marò. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha infatti convocato alla Farnesina l’ambasciatore indiano a Roma, Debrabata Saha, per protestare per il comportamento delle autorità indiane nei confronti dei due militari arrestati con l’accusa di aver ucciso due pescatori mentre erano impegnati in operazioni anti-pirateria: il processo indiano è ‘’illegittimo’’. Ai due fucilieri del San Marco, che si sono detti ‘’fiduciosi’’ sul lavoro delle istituzioni, hanno assicurato solidarietà anche il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il presidente del Senato Renato Schifani:
– L’Italia è con voi – hanno detto, mentre lo stesso Terzi ha incontrato i familiari alla Farnesina. A far crescere il tono della protesta italiana nelle ultime ore è stato il trasferimento nel carcere di Trivandrum dei due fucilieri del San Marco: il tentativo di costringerli a togliersi la divisa e ad accettare una prigione comune ci ha fatto capire che ‘’dovevamo fare una accelerazione, più energica, e l’abbiamo fatta”, ha spiegato a Kollam il sottosegretario Staffan De Mistura che la notte scorsa ha avuto ‘’un vero e proprio braccio di ferro’’ con i responsabili della prigione. Ma non è bastato al capo della diplomazia italiana che ai due fosse riconosciuta un’attenuazione del regime detentivo definita ‘’insufficiente’’. Perchè è l’intero procedimento giudiziario – ha detto chiaramente Terzi all’ambasciatore – ad essere ‘’illegittimo’’. Un processo sul quale pesa anche il sospetto che ‘’il forte sentimento anti italiano’’ che si registra in India e nel Kerala rischia di ‘’pregiudicarne la correttezza’’.
Sin dalle prime ore l’Italia ha puntato infatti sulla ‘’giurisdizione della magistratura italiana per una vicenda che coinvolge organi dello Stato operanti nel contrasto alla pirateria sotto bandiera italiana e in acque internazionali’’. Non riconoscere questa ‘’immunità’’ (sul ricorso dei legali dei marò l’Alta Corte di Kollam deciderà il 16 marzo) rischia di creare ‘’un precedente pericolosissimo nel contrasto alla pirateria’’ che potrebbe estendersi ‘’ad altre missioni con militari coinvolti in missioni all’estero’’, ha sottolineato il portavoce della Farnesina Giuseppe Manzo: risolvere la questione sul piano del diritto internazionale diventa quindi ‘’un interesse convergente di tutta la comunità internazionale’’.
Proprio per questo l’Italia ‘’ha sempre sollevato il caso e continuerà a farlo in tutte le sedi internazionali’’, ha aggiunto Manzo riferendo che il premier Mario Monti ne ha parlato con l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, nel corso dell’ultimo Consiglio europeo, così come lo ha fatto Terzi ‘’in tutti i suoi appuntamenti recenti’’.
Lady Ashton ha assicurato di essere ‘’in stretto contatto con le autorità italiane’’ e di ‘’seguire da vicino’’ gli sviluppi del caso, ma ha precisato che il governo italiano non ha mai chiesto ‘’aiuto o assistenza’’ all’Unione europea facendo irritare gli eurodeputati italiani.
– La baronessa Ashton – ha denunciato la vicepresidente dell’europarlamento Roberta Angelilli – ha liquidato la questione come ‘bilaterale’. Ma sorge legittima la domanda: cosa ci sta a fare?
Anche sul piano interno sono in molti a chiedere un intervento internazionale a fianco dell’Italia, come Ignazio La Russa che invita a coinvolgere non solo l’Ue ma anche l’Onu e la Nato.

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