Siria, Onu: 8mila morti in 1 anno Assad: il 7 maggio si vota

DAMASCO – Di fronte a un bilancio di morti che ormai supera in maniera conclamata le 8.000 vittime, sanguinosi combattimenti avvenuti anche ieri e fughe di civili che alimentano un esodo con oltre 30 mila profughi, il presidente siriano Bashar al Assad ha annunciato elezioni già per maggio. Era questo l’unico annuncio simile a una delle risposte che l’inviato speciale dell’Onu e la Lega araba per la Siria, Kofi Annan, aspettava per ieri da Damasco a fronte delle “proposte concrete” formulate nel suo incontro di domenica con Assad (secondo indiscrezioni riguarderebbero un cessate il fuoco, il dialogo con gli oppositori e l’aiuto umanitario alle popolazioni).
All’antivigilia dell’anniversario dell’inizio della rivolta, il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Nassir Abdulaziz al-Nasser, ha sancito che sono più di 8.000 le persone – tra cui molte donne e bambini – uccise in un anno in Siria. La stima è cauta in quanto l’Osservatorio siriano dei diritti dell’Uomo (Osdh) ha contato più di 8.500 morti e l’opposizione siriana parla di diecimila vittime (non è chiaro se includendo gli oltre 2.000 poliziotti e militari morti dichiarati da Damasco). La Lega araba ha chiesto un’inchiesta internazionale sul massacro di donne e bambini denunciato lunedì a Homs, e le Nazioni Unite invieranno la settimana prossima osservatori nelle zone di frontiera dei Paesi confinanti con la Siria per raccogliere testimonianze sulle “atrocità” commesse nel paese.
E’ in questo quadro che il presidente Assad ha indetto per il 7 maggio elezioni legislative sulla base della Costituzione approvata con il referendum del mese scorso. “Per l’opposizione queste elezioni parlamentari non significano nulla”, hanno commentato gli esponenti dell’opposizione siriana. Ad appoggiare Assad ci sono la Russia e la Cina nonostante la repressione stia creando anche un’emergenza umanitaria: secondo cifre Onu annunciate a Ginevra, sono più di 30 mila le persone fuggite in un anno nei paesi vicini (Libano, Giordania e soprattutto Turchia, che ha accolto più di 13 mila profughi in sette tendopoli). Inoltre 200 mila siriani sarebbero sfollati all’interno del Paese.

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