Pinilla trascina gli isolani

CAGLIARI – Un’altra tripletta per il Cagliari. Ma c’é una bella differenza tra quella realizzata da Larrivey nella netta sconfitta del San Paolo con il Napoli e quella di Pinilla al Sant’Elia.
Le tre reti del cileno, nel giorno del suo ritorno in campo dopo l’infortunio e del via al Ficcadenti bis in seguito all’esonero di Ballardini, significano fuga dai guai e dalla paura. Per i rossoblù è anche il ritorno al successo dopo tre giornate di sconfitte: ora la quota salvezza è più o meno a due vittorie di distanza. Quasi fatta, insomma. Precipita invece il Cesena e per la verità non è che la squadra di Beretta questo pomeriggio abbia fatto la partita della vita per evitare di andare sempre più giù. Ancora a secco, anche di gol: una squadra che non vince da dieci giornate e non sa più che cosa significhi segnare. L’ultima volta risale al 19 febbraio, ko interno per 3-1 con il Milan. Da allora il deserto. Ma perché non fa gol il Cesena? I bianconeri hanno subito concesso campo, ritmo e occasioni da gol agli avversari. Approccio non da formazione che deve tentare il tutto per tutto. Punte mai messe in moto (troppo solo Mutu) e mai un’iniziativa per provare a scrollarsi di dosso la paura e provare quella rimonta che sarebbe dovuta partire proprio dalla Sardegna. Logico che il Cagliari, che aveva le sue motivazioni per fare bene, ne abbia approfittato. Due rigori e due espulsioni, è vero. Ma non è solo quello: la squadra romagnola, al di là di una fiammata intorno alla mezz’ora, poco ha fatto per aiutare la fortuna. E gli uomini chiave, da Parolo a Mutu non si sono visti quasi mai.
La trasformazione del Cagliari? Poco Cesena, ma fondamentali anche i ritorni di Cossu e Pinilla. Il primo si è mosso in continuazione da destra a sinistra alle spalle del cileno e di Ribeiro. E ha provocato il rigore che ha chiuso la partita.
Il secondo ha fatto i gol, roba non da poco. Si è fatto vedere subito, al 2’, con una rovesciata che se fosse entrata dentro sarebbe venuto giù lo stadio. E invece ha trovato le manone di Antonioli. L’ex Milan poco ha potuto fare invece al 12’ quando si è tuffato sui piedi di Ribeiro e si è visto sfilare la palla sul secondo palo. Dove c’era appostato Pinilla, l’uomo giusto, per il Cagliari, al momento giusto. Ribeiro ha rischiato di ammazzare la gara al 28’, ma su lancio di Ekdal, tutto solo davanti al portiere, ha tirato fuori. Cesena comunque poco reattivo, a parte due conclusioni da fuori che hanno chiamato in causa per la prima e unica volta Agazzi. E Cagliari al raddoppio due minuti prima della sosta: contatto quasi inutile tra Parolo e Ribeiro e rigore trasformato con una fucilata da Pinilla.
L’ingresso di Malonga a dare una mano a Mutu non cambia le cose. Anche perché al 10’ c’é il tre a zero per i rossoblù. Ancora su rigore, ancora per un duello lontano dall’area piccola, questa volta tra Cossu e Rossi. Dal dischetto, implacabile Pinilla. Poi il Cesena rimane in nove per due doppie ammonizioni. E c’é sempre Ibarbo di mezzo: fuori Colucci che tocca il colombiano in una mischia dopo un fallo subito dal cagliaritano. E poi via anche Rossi: secondo giallo per aver fermato con le cattive una fuga dello stesso Ibarbo.

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