Rai: scontro Alfano-Bersani ed ora l’accordo si allontana

ROMA – La Rai divide la maggioranza ed è ormai polemica aperta tra Alfano e Bersani. Con un clima surriscaldato l’accordo per il futuro di Viale Mazzini sembra allontanarsi, tanto che tra i protagonisti, almeno dietro le quinte, l’ipotesi di una proroga dell’attuale vertice, in scadenza nella seconda metà aprile, viene data sempre più concreta.Non è escluso a questo punto che la partita slitti a dopo le amministrative di maggio, anche perchè nella settimana non sarebbero in programma vertici tra il premier Mario Monti e i leader della maggioranza e il tema, appena accennato nell’incontro di giovedì scorso, potrebbe essere affrontato non prima di aprile, quando il presidente del Consiglio sarà tornato dal suo viaggio in Asia. Il Pdl continua a fare muro contro modifiche alla legge Gasparri e il Pd a ribadire il suo no alla partecipazione alle nomine.
– C’è una legge vigente – afferma Angelino Alfano -. Noi siamo contro una scelta dei partiti che potrebbero fare una battaglia legislativa al solo fine di mettere le mani sulla Rai.
– Se il governo non interviene, Pdl e e Lega si accomodino. Il Pd non parteciperà alle nomine – replica Pierluigi Bersani -. Sentirsi dire da Alfano che vogliamo mettere le mani sulla Rai è davvero scandaloso. Già da un anno abbiamo proposto una nuova governance e, visto che i mesi sono passati invano, siamo disponibili a un commissariamento per la transizione così come avvenuto per altre aziende pubbliche.
L’ipotesi del commissario, o comunque di un super-dg con poteri aumentati, divide i partiti. Il Pd, con Paolo Gentiloni, pensa a ‘’un’operazione chirurgica di modifica della composizione del cda e dei poteri della direzione’’. Considerati i tempi stretti, però, nel partito c’è chi ipotizza un accordo ponte in vista di una riforma più corposa della governance, ricordando che basterebbe un decreto del Ministero del Tesoro per intervenire sullo statuto e modificare le competenze del capo azienda. Il Terzo Polo ha già dato il suo assenso all’ipotesi del commissariamento e ieri con Italo Bocchino ha chiesto ‘’la nomina di un amministratore delegato e la fuoriuscita dei partiti da viale Mazzini’’.
– Siamo d’accordo sull’idea di un amministratore esterno, che abbia forti poteri di gestione – concorda il leader Idv, Antonio Di Pietro, annunciando per il 27 marzo un pacchetto di proposte per riformare l’azienda. E’ nel Pdl che non si vuol nemmeno sentir parlare di commissariamento.
– Chi immagina scambi impropri fra riforma del lavoro e commissariamento della Rai espone consapevolmente il governo al rischio di forti turbolenze – avverte Osvaldo Napoli. Da Viale Mazzini il consigliere eletto dal Pdl, Antonio Verro, assicura che ‘’l’ipotesi del commissariamento non esiste, non ci sono presupposti di legge’’.
– Se il Pd vuole cambiare la legge Gasparri, lo faccia se è in condizione di farlo – chiarisce -. Per quanto mi riguarda invito a procedere quanto prima al rinnovo con la legge attuale.

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