Corruzione, partiti divisi Slitta l’esame del ddl in Aula

ROMA – Le inchieste contro la corruzione e la concussione impazzano dalla Lombardia alla Puglia, ma alla Camera l’esame del ddl per contrastarle si rinvia di almeno due settimane.
– D’altro canto – spiega il presidente dei deputati Pd, Dario Franceschini al termine della conferenza dei capigruppo che decide lo slittamento del testo – il governo ha annunciato un’azione emendativa significativa…
Il riferimento è all’annuncio, ribadito più volte dal Guardasigilli Paola Severino, di voler presentare alcune modifiche al ddl anticorruzione ora all’esame delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Montecitorio. Ma di tali modifiche al momento non c’è traccia. Prima, si ribadisce, si deve trovare l’accordo politico su come sciogliere alcuni nodi che riguardano per lo più concussione, tempi di prescrizione della corruzione e inserimento di nuovi reati tra cui corruzione tra privati e ‘traffico d’influenza’. Poi tutto verrà messo nero su bianco. Ma il tempo passa e la polemica divampa. Nonostante la corruzione pesi sulle tasche di ogni italiano quanto una tassa annuale di 1000 euro (come denuncia Cittadinanzattiva).
– La corruzione è una piaga che ricade sulla credibilità di istituzioni e politica – incalza il presidente della Camera Gianfranco Fini -. E’ necessario intervenire con efficaci politiche di contrasto per combattere atti criminali che nuocciono alla vita democratica.
Ma per ora, anche le trattative tra i leader non sembrano approdare a nulla e a complicare le cose ci si sono messi alcuni emendamenti di Pd e Idv al ddl Anticorruzione che puntano a sopprimere il reato della concussione.
I magistrati, in particolare quelli di Milano, lanciano l’allarme e non solo perché si tratta del reato-simbolo di ‘Mani Pulite’ ed è il capo di imputazione nella maggior parte delle inchieste sui politici, ma anche perché nel processo Ruby una delle accuse mosse a Berlusconi è la concussione. E il fatto che sia la Convenzione di Strasburgo 1999 a chiederlo all’Italia (la concussione non c’è nel resto d’Europa) e che alcuni ddl sul tema erano stati presentati prima del processo Ruby, non calma gli animi. Anzi, continua a essere oggetto di interminabili botta e risposta tra dipietristi e democratici.
– Che arrivi in cima all’agenda politica una legge sulla concussione, proprio mentre Berlusconi è imputato di quel reato nel processo Ruby – insiste Di Pietro – non fa una buona impressione e desta parecchi sospetti. Se poi il Pdl avverte che, se non cambia la legge sulla concussione, fa saltare tutto – aggiunge – sembra di risentire l’aria velenosa che si respirava ai tempi delle leggi ad personam quotidiane.
Eppure anche l’Idv aveva chiesto di sopprimere quel reato, così come la relatrice finiana Angela Napoli.
Il destino della concussione non è l’unico elemento di imbarazzo nel dibattito sul ddl anticorruzione. C’è anche la proposta di modifica che punta a disciplinare il collocamento fuori ruolo dei magistrati, a firma Roberto Giachetti (Pd), che non aiuta. Soprattutto alla luce dei dati sugli incarichi extragiudiziali o meno delle toghe appena trasmessi alla Camera dal ministero della Giustizia.
Le norme contenute nel ddl, insiste il capogruppo Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti, ‘’vanno rafforzate con misure in grado adeguare il codice alle novità del fenomeno corruttivo e aggredire i patrimoni dei corrotti’’. Perché ‘’non sequestrare i beni ai corrotti così come si fa con i mafiosi?’’, suggerisce Anna Rossomando (Pd).

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