Tre anni dal terremoto, Barca all’Aquila: «Molti ritardi»

L’AQUILA -La filiera per la ricostruzione composta da Fintecna, ReLUIS e Cineas è migliorabile, però molti ritardi sono dovuti a tecnici che hanno fatto incetta di progetti e non arrivano a consegnarli: così il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha risposto ad una domanda dei giornalisti riguardo alle polemiche suscitate da una sua dichiarazione di alcuni giorni fa nella quale sosteneva che i ritardi nel rilascio dei permessi per la ricostruzione non erano dovuti alla filiera il cui lavoro era stato impeccabile, ma ai professionisti che avevano fatto incetta di progetti.
– Le critiche sono sempre positive – ha detto il ministro – e a volte servono per stanare qualcuno e generare una discussione proficua. La filiera è certamente migliorabile ma non era incapace come sosteneva qualcuno. Riguardo ai tecnici, chi ha preso troppi progetti e non riesce a presentarli in tempo, sarà sanzionat.
Alleanza e progetti per lo sviluppo socio-economico: è questa la terapia che il ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha indicato ai 57 sindaci dei Comuni terremotati per fare in modo che dopo la fase della ricostruzione se ne avvii un’altra che eviti lo spopolamento e che attragga nuovi residenti. La terapia è stata indicata in un incontro tenuto presso il Comune di Rocca di Mezzo, in occasione del terzo anniversario del sisma, nel corso del quale i sindaci hanno invocato l’approvazione dei piani di ricostruzione e lo sblocco dei fondi (12 milioni) del cosiddetto “piano Giovanardi”, destinati ai progetti per il sociale, in un momento nel quale lo spopolamento sta accelerando la sua evoluzione.
– Entro la fine dell’estate inizierà la ricostruzione delle periferie e sempre entro l’estate dovranno essere presentati i piani per la ricostruzione del centro storico, che richiederà almeno 10 anni – ha detto Barca in un’intervista al Fatto Quotidiano. Sui fondi necessari, il “governo Berlusconi aveva stanziato 10 miliardi: 2,8 sono stati spesi per l’emergenza, ne restano 7,9, che basteranno per il primo triennio”, spiega Barca, secondo cui va “spazzata via la favola secondo cui i soldi non bastano”.
Circa diecimila persone hanno partecipato nella notte alla fiaccolata all’Aquila per ricordare le 309 vittime del sisma che il 6 aprile del 2009, alle 3:32, distrusse il capoluogo abruzzese e altri 56 paesi vicini.
Ha partecipato anche il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Alla conclusione del corteo, che ha sfilato per la città, il silenzio è stato infranto in piazza Duomo da 309 rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, accompagnati dalla lettura dei nomi delle vittime. Il ministro ha motivato la sua presenza non solo come impegno in rappresentanza del Governo, ma anche per motivi personali.
– Una tragedia – ha detto – che mi ha avvicinato all’Aquila tre anni fa; una causa ‘sposata’ allora: anche per questo sono qui.
Il corteo è aperto da striscioni degli studenti universitari – con le foto degli otto giovani morti nella Casa dello studente e la scritta ‘E’ triste leggere negli occhi di mamma e papà la certezza che neanche stasera tornerò a casa’ – e dell’Assemblea ’29 giugno di Viareggio’ (‘Verità – giustizia, sicurezza per Viareggio’).

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