Lavoro, le imprese fanno muro. Premier: «No a incertezze»

ROMA – Le imprese fanno quadrato sulla riforma del mercato del lavoro. Dopo la levata di scudi contro il nuovo testo elaborato dal governo, e in particolare contro il reinserimento della possibilità di reintegro in caso di licenziamento per motivi economici, il mondo datoriale punta a una reazione compatta. Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, Ania e le altre organizzazioni imprenditoriali si sono date quindi appuntamento mercoledì per fare il punto e decidere la strategia da seguire durante l’ iter parlamentare del ddl che approda alle Camere questa settimana.
Sarà lì infatti che si potranno apportare eventuali (necessarie secondo le imprese) modifiche, come già accaduto ai decreti liberalizzazioni e semplificazioni. A difendere la riforma è però, ancora una volta, il presidente del Consiglio Mario Monti che, guardando proprio alle critiche arrivate dai datori di lavoro, assicura che non c’è ‘’nessuna incertezza’’ e definisce l’intervento del governo ‘’bilanciato’’ ed ‘’ equo’’, capace di rendere il mercato del lavoro più efficiente e ‘’più flessibile’’ a beneficio delle imprese, e allo stesso tempo meno ‘’ dualistico’’, riducendo il divario tra chi godeva di tutti i diritti e gli esclusi. Definizioni che non convincono però neanche la Fiom, stranamente unita alle imprese nel fronte del no, anche se con motivazioni opposte.
Il giudizio di Maurizio Landini è infatti ancora ‘’ negativo’’, perchè ‘’ la precarietà non è stata modificata, gli ammortizzatori sociali non sono stati estesi’’ e l’ intervento sull’ art.18 ‘’ rende il reintegro un miraggio’’. Posizioni che il segretario dei metalmeccanici della Cgil riproporrà domani alla segreteria allargata del sindacato. Dopo il sostanziale via libera di Susanna Camusso alle modifiche introdotte da Monti (che non sono bastate però a far abbandonare la prevista mobilitazione), la riunione, estesa a tutte le categorie e ai territori, non servirà a prendere decisioni ma solo a fare il punto della situazione.
L’ appuntamento decisivo per i sindacati è infatti il prossimo venerdì, quando Cgil, Cisl e Uil si ritroveranno in piazza unite nella manifestazione organizzata a Roma per contestare la riforma delle pensioni, a partire dal caso ‘’ esodati’’. Coloro cioè (si stima siano 350.000) che hanno lasciato il lavoro prima del 4 dicembre 2011 ipotizzando di andare in pensione con le vecchie regole ma che rischiano, a causa dell’ aumento dell’ età per l’ accesso alla pensione e della stretta sulle anzianità, di restare senza lavoro e senza assegno. Incassata la riforma del lavoro, di cui è soddisfatto, Raffaele Bonanni guarda intanto già oltre e propone ‘’ un patto nazionale su fisco e crescita’’.
– E’ il momento di impegnarsi di più – afferma – se continuiamo in questo modo assisteremo a un crollo dell’ occupazione ancora più grave di quello che abbiamo avuto finora.

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