Niente pace per i pensionati Inps all’estero… e neppure tra i patronati!

ZURIGO – “Sì, non c’è proprio pace per gli oltre 400’000 pensionati INPS residenti all’estero. Una vera e propria via crucis laica quella a cui sono stati costretti in quest’ultimo anno gli emigrati italiani titolari di una pensione INPS”. Lo scrive in un comunicato Dino Nardi, responsabile Uim Europa.

Una via crucis iniziata proprio un anno fa (maggio 2011) quando l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI), che all’epoca pagava le pensioni INPS all’estero, per verificare l’esistenza in vita dei pensionati, pensò bene di costringerli a recarsi personalmente ad uno sportello della Western Union per incassare il loro rateo di pensione. Con tutti i disagi che poi vi sono stati per i pensionati emigrati molti dei quali, impossibilitati (per malattia o assenza) a presentarsi alla Western Union, attendono ancora oggi di recuperare quel rateo di pensione o, addirittura, che gli sia messa di nuovo in pagamento.

Non si era ancora conclusa quella verifica né placata la rabbia di tanti pensionati che la Citibank, dovendo sostituire da febbraio 2012 l’ICBPI nel pagamento delle pensioni INPS all’estero, già a fine ottobre 2011 fa partire una nuova verifica dell’esistenza in vita dei pensionati emigrati. In questo caso con dei formulari da compilare, con tanto di firma del pensionato autenticata da una autorità locale o da parte di un consolato italiano. Un vero e proprio caos sia per le diverse lingue utilizzate a sproposito nei formulari che per la insufficiente chiarezza degli adempimenti richiesti.

Tanto che il termine di scadenza della verifica, già previsto per il 2 aprile scorso, è stato poi prolungato al prossimo 2 giugno.

Nel frattempo, in tutto il mondo, i patronati ed i consolati italiani devono far fronte alle ire di migliaia di emigrati che, a tutt’oggi, non stanno più ricevendo la loro pensione italiana con casi di vera e propria disperazione, per esempio, in Sud Africa dove molti emigrati anziani, vivendo esclusivamente del reddito della pensione italiana, non hanno più soldi per comperarsi da mangiare!

Di fronte a questa drammatica situazione di cui si sono fatti portavoce nei confronti del governo italiano e dell’INPS i Comites, il Cgie, diversi parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero e gli stessi patronati, mentre il governo è latitante, l’INPS cosa fa? Invece di far ordine nel sistema di pagamento delle pensioni all’estero costringendo gli Istituti bancari preposti a non mettere in atto sistemi esageratamente persecutori per verificare l’esistenza in vita dei pensionati e rimettere immediatamente in pagamento le pensioni a quei beneficiari che, comunque, hanno dimostrato fattivamente la loro esistenza in vita, l’INPS fa partire l’ennesima Campagna RED-EST 2012 per verificare la situazione reddituale dei suoi pensionati emigrati. Senza, peraltro, preavvertire i patronati le cui sedi, apprendiamo dall’ITAL-UIL (www.ital-uil.it), ancora alle prese con i formulari ed i problemi creati dalla Western Union e dalla Citibank, cominciano già ad essere assediate da pensionati inferociti per la compilazione dei modelli RED-EST e la loro successiva trasmissione all’INPS per via telematica. Si, non c’è proprio pace per i pensionati INPS all’estero e….neppure per i patronati!

ZURIGO – “Sì, non c’è proprio pace per gli oltre 400’000 pensionati INPS residenti all’estero. Una vera e propria via crucis laica quella a cui sono stati costretti in quest’ultimo anno gli emigrati italiani titolari di una pensione INPS”. Lo scrive in un comunicato Dino Nardi, responsabile Uim Europa.

Una via crucis iniziata proprio un anno fa (maggio 2011) quando l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI), che all’epoca pagava le pensioni INPS all’estero, per verificare l’esistenza in vita dei pensionati, pensò bene di costringerli a recarsi personalmente ad uno sportello della Western Union per incassare il loro rateo di pensione. Con tutti i disagi che poi vi sono stati per i pensionati emigrati molti dei quali, impossibilitati (per malattia o assenza) a presentarsi alla Western Union, attendono ancora oggi di recuperare quel rateo di pensione o, addirittura, che gli sia messa di nuovo in pagamento.

Non si era ancora conclusa quella verifica né placata la rabbia di tanti pensionati che la Citibank, dovendo sostituire da febbraio 2012 l’ICBPI nel pagamento delle pensioni INPS all’estero, già a fine ottobre 2011 fa partire una nuova verifica dell’esistenza in vita dei pensionati emigrati. In questo caso con dei formulari da compilare, con tanto di firma del pensionato autenticata da una autorità locale o da parte di un consolato italiano. Un vero e proprio caos sia per le diverse lingue utilizzate a sproposito nei formulari che per la insufficiente chiarezza degli adempimenti richiesti.

Tanto che il termine di scadenza della verifica, già previsto per il 2 aprile scorso, è stato poi prolungato al prossimo 2 giugno.

Nel frattempo, in tutto il mondo, i patronati ed i consolati italiani devono far fronte alle ire di migliaia di emigrati che, a tutt’oggi, non stanno più ricevendo la loro pensione italiana con casi di vera e propria disperazione, per esempio, in Sud Africa dove molti emigrati anziani, vivendo esclusivamente del reddito della pensione italiana, non hanno più soldi per comperarsi da mangiare!

Di fronte a questa drammatica situazione di cui si sono fatti portavoce nei confronti del governo italiano e dell’INPS i Comites, il Cgie, diversi parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero e gli stessi patronati, mentre il governo è latitante, l’INPS cosa fa? Invece di far ordine nel sistema di pagamento delle pensioni all’estero costringendo gli Istituti bancari preposti a non mettere in atto sistemi esageratamente persecutori per verificare l’esistenza in vita dei pensionati e rimettere immediatamente in pagamento le pensioni a quei beneficiari che, comunque, hanno dimostrato fattivamente la loro esistenza in vita, l’INPS fa partire l’ennesima Campagna RED-EST 2012 per verificare la situazione reddituale dei suoi pensionati emigrati. Senza, peraltro, preavvertire i patronati le cui sedi, apprendiamo dall’ITAL-UIL (www.ital-uil.it), ancora alle prese con i formulari ed i problemi creati dalla Western Union e dalla Citibank, cominciano già ad essere assediate da pensionati inferociti per la compilazione dei modelli RED-EST e la loro successiva trasmissione all’INPS per via telematica. Si, non c’è proprio pace per i pensionati INPS all’estero e….neppure per i patronati!

Lascia un commento