Monti choc: “Il calcio andrebbe fermato 2-3 anni”

ROMA – Una sospensione per due o tre anni del campionato di calcio. Non è una proposta ma una riflessione ad alta voce quella che il presidente del Consiglio Mario Monti fa in conferenza stampa a Villa Madama con il primo ministro polacco Donald Tusk.

Il premier risponde così a chi gli chiede un commento sullo scandalo del calcio scommesse che sta dilagando in queste ore:

– Non è una proposta mia o del governo, ma da persona che era appassionato di calcio tanti anni fa, quando il calcio era calcio, mi domando se per due o tre anni non gioverebbe una totale sospensione di questo gioco.

Monti ha inoltre definito come fonte di “profonda tristezza” le notizie giudiziarie di questi giorni che sembrano far emergere “un concentrato di difetti’’ che fa ‘’rabbrividire’’: ‘’le slealtà, illegalità, falso, ricerca demagogica di popolarità”.
– Abbiamo visto fenomeni indegni – come, da ultimo l’episodio recente di Genova quando  – dei giocatori si sono tolti la maglia di fronte a chissà quali minacce di qualche centinaio sfegatati. Credo – ha concluso – che bisognerà ancora approfondire quell’episodio.

Quanto emerge in queste ore, insomma, per il premier è fonte non solo di grande e profonda tristezza ma “fa rabbrividire”. Una sensazione, ben diversa, da quella offerta proprio lunedì, sia pure a livello amatoriale, durante il match tra la nazionale dei parlamentari polacchi e quella dei parlamentari italiani.

Monti fa i complimenti al collega Tusk per la vittoria e gli dà atto di aver dimostrato un “team spirit” ragguardevole che potrebbe essere indicato come esempio per tutti.

In serata arriva la risposta del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete:

– Sono perfettamente d’accordo: nessuno sconto per chi ha barato, ma fermare i campionati significherebbe mortificare tutto il calcio, penalizzare chi opera onestamente, la gran parte del nostro sistema, e perdere migliaia di posti di lavoro.

Non è la soluzione. Capisco e condivido l’amarezza del presidente Monti – afferma – del quale rispetto il ruolo in un momento delicato del Paese e la riconosciuta statura personale. E’ l’amarezza di fronte alla perdita di valori. Dallo stesso Monti e a livelli istituzionali più autorevoli è stato però sottolineato a proposito della politica la necessità di ritrovare la fiducia dei cittadini e di evitare demonizzazioni. L’economia, la finanza, la società civile affrontano una crisi di valori: il calcio non fa, non vuole fare il discorso ‘così fan tutti’. Il calcio è nella società civile, e non è peggio della società. Non è meglio, ma non è neanche peggio.

Continua Abete:

– In un momento così delicato per il nostro Paese bisogna evitare il rischio di generalizzazioni e demonizzazioni. Quella del calcioscommesse – sottolinea il n.1 della Federcalcio – è una pagina bruttissima del nostro calcio, in cui decine di persone sono accusate di comportamenti indegni che vanno sanzionati a tutti i livelli, ferma restando la presunzione di innocenza e lo stato di diritto. Ci sono negatività cui vanno trovati correttivi e ci sono molte positività. Il calcio italiano è fatto di un milione e 400 mila tesserati, di oltre 700 mila partite l’anno, di migliaia di professionisti onesti: per rispetto a loro, va evitato il rischio di generalizzare. Il calcio professionistico – precisa poi Abete – non riceve un euro di fondi pubblici. E’ finanziato da risorse provate e introiti commerciali. Bisogna stare attenti a non ingenerare equivoci.

Al di là dell’indotto del settore, il nostro report economico 2011 dice che il solo settore professionistico versa alle casse dell’Erario un miliardo e cento milioni di euro in un anno – fa notare il n.1 di via Allegri -. Ci sono poi – sottolinea – 64 milioni di contributi corrisposti dal Coni alla Federcalcio: come certificano i nostri bilanci, sono impiegati esclusivamente per l’attività del calcio dilettantistico, per quella del settore giovanile e scolastico, per le nazionali giovanili, per il funzionamento della giustizia sportiva, per il mondo arbitrale che ogni anno in tutti i campionati garantisce la disputa di 700mila partite.

L’idea di Monti fa infuriare il presidente del Palermo Maurizio Zamparini che attacca:

– L’unica cosa indegna in questo Paese è che uno come Monti osi dire quello che ha detto. L’unica persona indegna è Monti che ci sta massacrando, sta distruggendo l’Italia. Ho qui davanti a me un imprenditore disperato. Monti si vergogni a dire quello che ha detto.

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