Russia e Cina: una conferenza ne garantisca l’attuazione

ISTANBUL – Qualcosa si muove nella crisi siriana, almeno sul fronte diplomatico, dopo il muro contro muro delle ultime settimane: dal vertice russo-cinese di Pechino è venuta la proposta di una conferenza internazionale che garantisca l’attuazione del piano di pace di Kofi Annan, mentre occidentali e Lega Araba, i cui ministri degli esteri si sono riuniti ieri sera a Istanbul, premono per nuove sanzioni contro Damasco e l’avvio di un processo di ‘transizione’. Ma si lavora per ora soprattutto per fermare il bagno di sangue in corso nel paese arabo. ‘’La strategia di Damasco rischia di produrre un genocidio, se non si interviene rapidamente” ha avvertito il titolare della Farnesina Giulio Terzi, presente per l’Italia al vertice degli ‘Amici della Siria’ a Istanbul, accanto al segretario di stato Usa Hillary Clinton, e ai colleghi di Francia, Germania, Regno Unito, Turchia, Arabia saudita, Giordania e Qatar, presidente della Lega Araba. Un intervento militare internazionale ‘modello Libia’, con mandato Onu, al momento sembra escluso per il veto di Cina e Russia. Ma Usa e Lega Araba premono perché dal Palazzo di Vetro venga ora una nuova bordata di sanzioni contro il regime Assad, sulla base del Capitolo VII dello statuto delle Nazioni Unite. Una proposta in questo senso è venuta formalmente dalla Lega Araba, che ha precisato di non chiedere al momento un’azione militare. Il Capitolo VII prevede che il consiglio di sicurezza ‘’puo’ decidere quali misure che non implichino l’uso della forza armata devono essere prese per dare effetto alle sue decisioni, e invitare gli stati membri ad applicarle’’. Il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner ha avvertito Damasco che 55 paesi sono già pronti ad imporre la ‘’massima pressione finanziaria’’.

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