Terzi: “Non ci sarà un’altra Libia”

LUSSEMBURGO – I ministri degli esteri Ue hanno approvato ieri a Lussemburgo una nuova serie di sanzioni, che era stata annunciata nei giorni scorsi, nei confronti del regime siriano.

“In risposta all’escalation di violenza in Siria”, i ministri degli Esteri dei 27 riuniti a Lussemburgo hanno deciso quindi di rafforzare le sanzioni contro il regime siriano “ancora una volta”, congelando i beni di altre sei società che sostengono il regime di Assad e di un’altra persona, nei confronti dei quali è stato anche disposto il blocco dei visti.

Salgono così a 49 le entità e a 129 le persone nella ‘lista nera’ dell’Ue. “Sono seriamente preoccupata dall’escalation di violenza in Siria e finchè continuerà la repressione l’Ue continuerà a imporre sanzioni contro il regime”, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton, secondo cui le misure restrittive “prendono di mira i responsabili delle violenze, non la popolazione civile”. Le sanzioni entreranno in vigore oggi quando saranno pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

Al vertice era presente anche il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi che, al suo arrivo, ha definito un “episodio inaccettabile” l’abbattimento dell’aereo militare turco da parte della contraerea siriana, dicendosi certo che da parte dei ministri degli esteri Ue ci sarà una “ferma condanna’’. Detto questo, però, Terzi ha ‘’escluso’’ che in Siria “ci siano le condizioni per un intervento di tipo libico”, che è uno “scenario non ripetibile”.

Nelle conclusioni del Consiglio Ue affari esteri, puntuale è arrivata la ‘’condanna’’ per ‘l’inaccettabile abbattimento’’ dell’aereo turco, una ‘’questione che deve essere investigata in profondità e con urgenza”. Da qui l’invito a Damasco a “cooperare pienamente” con Ankara e a “garantire un pieno accesso per un’inchiesta immediata”.

L’Ue, lodando “la reazione iniziale” della Turchia che è stata “misurata e responsabile”, sprona la Siria a garantire il “rispetto degli standard e obblighi internazionali” e avverte del rischio di una “ulteriore militarizzazione del conflitto” che “rischia di avere un impatto tragico sulla regione”. Per questo i ministri degli esteri dei 27 “condannano tutte le azioni finalizzate all’ostruzione della messa in atto dei sei punti del Piano Annan”, ricordando che è “responsabilità delle autorità siriane” garantirne l’attuazione così come il rispetto del cessate il fuoco. Ma, avvertono i 27, il piano dell’inviato speciale dell’Onu “non è un’offerta illimitata”.

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