EURO 2012: Panenka, Totti e Pirlo, storie di campioni e di Cucchiai

ROMA – “Bravo Pirlo, per quel cucchiaio d’oro. Andrea è uno che rende tutto semplice”. Tra i 22 milioni di tifosi incollati davanti alla tv per i rigori di Italia-Inghilterra, c’era anche Francesco Totti. Che è saltato dalla sedia quando Pirlo ha battuto il suo penalty a cucchiaio, esattamente come fece lui contro l’Olanda all’Europeo del 2000.

“Che bello – ha commentato Totti – vedere la gioia di Gigi Buffon, di Daniele De Rossi e di tutti gli altri, calciatori, tecnici e dirigenti. Vedere Andrea battere il rigore così mi ha portato indietro nel tempo”.

Ma il copyright del colpo sfoggiato da Pirlo contro Hart non é di Totti (sebbene lui ne abbia fatto un marchio di fabbrica): Antonin Panenka (all’epoca giocatore dei Bohemians di Praga), il 21 giugno ‘76 batté così il rigore che laureòla Cecoslovacchiacampione d’Europa nella finale controla Germania Ovest, in Jugoslavia. ‘Vittima’ il mitico Sepp Maier. Un gesto di lucida follia, anche detto ‘scavetto’, quel particolare modo di colpire il pallone da sotto, in modo da fare assumere al tiro una traiettoria arcuata, beffarda, irriverente. Allo stadio Maracanà di Belgrado, davanti a 30mila spettatori, la partita si chiude 2-2 anche dopo i tempi supplementari. Nei rigorila Cecoslovacchiapassa in vantaggio 4-3, perché Hoeness calcia fuori. Sul dischetto si presenta allora Panenka. Antonin prende la rincorsa e segna col cucchiaio, infilando il mitico Maier, che si aspettava la botta secca, di potenza. Il ceco esulta, mentre gli spettatori restano senza parole, increduli davanti a tanta incoscienza.

Salto avanti nel tempo. Europei 2000. Italia in semifinale contro l’Olanda, padrona di casa. Dopo mezz’ora gli azzurri perdono Zambrotta, espulso. Soffrono, ma gli olandesi sbagliano due volte dagli 11 metri (parata di Toldo su De Boer e palo di Kluivert). I tempi regolamentari finiscono 0-0. Bisogna affidarsi ai rigori, che negli anni precedenti non hanno portato benissimo all’Italia. Il terzo tiro tocca a Totti. Si narra che, avviandosi verso il dischetto, il capitano della Roma avesse preannunciato al compagno Gigi Di Biagio “Mo je faccio er cucchiaio”. Di Biagio pensa ad uno scherzo. Invece Totti lo fa davvero, beffando il gigantesco Ervin van der Sar. Ci riproverà in altre occasioni, il ‘pupone’. Con alterne fortune, vedi l’errore (nel 2004) contro il Lecce.

Dopo di lui, altri si sono dilettati con il cucchiaio, compreso Zidane nella finale mondiale del 2006.

Da quel giugno 1976 è divenuto il certificato d’autenticità dei fuoriclasse, quelli conla Fmaiuscola. Ci sono giocate che, una volta nella vita, possono riuscire – d’istinto – anche al più rozzo dei difensori. Ma il pallonetto a palla ferma può nascere solo dal piede dei grandissimi del calcio. Maradona, tanto per rendere l’idea, arrivò a farlo da terra, in una gara di coppa disputata in Ungheria, dopo essere caduto (proprio come il suo erede napoletano Lavezzi, contro l’Inter). Qualche cucchiaio delizioso riuscì a Platini, ma uno dei più belli, per rimanere in tema di calciatori transalpini, lo fece Cantona quando indossava la maglia dello United in una gara di FA Cup contro il Norwich.

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