Libia, sabato si elegge l’Assemblea Costituente

TRIPOLI – I libici si recheranno alle urne sabato prossimo per l’elezione dell’Assemblea Costituente, che dovrà redigere la nuova Costituzione dell’era post-Gheddafi.

Si tratta delle prime elezioni sin dai tempi dell’ultimo monarca, re Idris, deposto dal Colonnello con un colpo di Stato nel 1969. Più di 2,7 milioni di cittadini – pari all’80 per cento della popolazione – si sono iscritti nelle liste elettorali.
In palio ci sono i 200 seggi del Congresso Generale Nazionale, che nominerà un nuovo governo e un comitato ristretto incaricato di scrivere la Carta costituzionale. Non appena la nuova assemblea entrerà in carica, verrà sciolto il Consiglio Nazionale Transitorio, presieduto da Mustafa Abdel Jalil e che ha guidato il Paese dalla rivolta contro Gheddafi. I candidati sono stati più di 4mila ma la commissione elettorale ne ha ammessi 2.501 come indipendenti e 1.206 come esponenti di partito dopo un lungo processo che ha costretto a rimandare la data del voto, originariamente prevista per il 19 giugno.

Dei 200 seggi, 120 sono riservati agli indipendenti; i rimanenti ai candidati di partito. Molte formazioni politiche, tuttavia, hanno candidato alcuni membri come indipendenti per poter ottenere un maggior numero di poltrone. Per le elezioni, la Libia è stata suddivisa in 72 circoscrizioni; in alcune, gli elettori voteranno sia per il candidato che per il partito; in altre solo l’uno o l’altro. In corsa vi sono anche 629 donne, ben rappresentate nelle liste di partito, compilate alternando maschi e femmine; nella candidature individuali, invece, essere rappresentano solo il 3,4 per cento.
L’Assemblea Costituente dovrà tenere conto anche del peso delle regioni libiche. Così, alla Tripolitania spettano 100 seggi, alla Cirenaica 60 e al Fezzan 40: la spartizione non ha tuttavia soddisfatto i partiti dell’est, dove la spinta federalista – a tratti anche autonomista – si è già scontrata con Tripoli, che ha minacciato il ricorso all’uso della forza per preservare l’unità del Paese. Tra le formazioni politiche in lizza, spicca l’Alleanza delle Forze Nazionali, di stampo liberale e filo-occidentale che fa capo all’ex premier Mahmoud Jibril, dimessosi l’anno scorso dal Cnt.

I filo-islamici si dividono, invece, fra il partito Giustizia e Costruzione, che fa capo ai Fratelli Musulmani ed è guidato da Mohammed Sawan, originario di Misurata ed ex prigioniero politico, e al-Wattan, il partito della Nazione, fondato da Abdel Hakim Belhaj, l’ex comandante della presa di Tripoli sul cui passato incombono ombre jihadiste.
Una volta eletto, il comitato cosituente avrà 120 giorni di tempo per redigere la nuova Costituzione, che dovrà essere approvata dai due terzi dell’Assemblea Costituente.

In essa i deputati saranno chiamati a delineare la forma di governo, il ruolo dell’Islam nello Stato e nella società, l’eventuale assetto federalista nonchè i diritti delle minoranze. Quindi la Carta verrà sottoposta ad un referendum popolare. Se l’esito sarà positivo, l’Assemblea dovrà indire entro 30 giorni nuove elezioni che – stando alla Costituzione provvisoria del Cnt – si svolgeranno entro altri 180 giorni.

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