CAMERA: La riforma dell’editoria è legge

ROMA – È stata approvata ieri mattina la legge di riforma dell’editoria. Con 454 voti a favore e 22 contrari, la Camera ha convertito in legge il decreto 63/2012 “Disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale”.

Il decreto – che prevede all’articolo 1 bis anche il riordino dei contributi alla stampa italiana all’estero – è stato votato da tutti i gruppi, tranne Italia dei Valori che ieri mattina è tornata a criticare – attraverso l’onorevole Borghesi – i finanziamenti ai giornali di partito.

L’approvazione definitiva della riforma dell’editoria è stata accolta “con soddisfazione” dalla Fusie, Federazione unitaria della stampa italiana all’estero. Il testo divenuto legge contiene l’articolo 1 bis “Contributi a favore di periodici italiani pubblicati all’estero” fortemente voluto dalla federazione presieduta da Giangi Cretti.

L’articolo, sottolinea la Fusie in una nota, “reca una revisione sostanziale della precedente normativa per i contributi alla stampa periodica italiana all’estero. Questa nuova norma contribuisce a recuperare l’informazione italiana all’estero in un provvedimento che si occupa globalmente dell’editoria italiana, riconoscendogli la propria specificità e, allo stesso tempo, ne rafforza l’importanza e la necessità per il mantenimento, la trasmissione e la promozione della lingua e della cultura italiane”.

Ciò, sottolinea la Fusie, “sia per il ruolo di collante tra i milioni di italiani all’estero e la realtà italiana, ma anche e soprattutto per il ruolo di strumento di promozione dello stesso Sistema Italia nel mondo”.

“A questo punto – si rileva nella nota – assume prioritaria importanza l’impegno del Governo nel dare seguito ai diversi ordini del giorno, il cui accoglimento in sede parlamentare è stato motivato dal sottosegretario Peluffo con “l’intendimento che alcuni di essi troveranno applicazione in strumenti di normativa secondaria, altri nel ddl delega”, del quale ultimo ha iniziato proprio ieri l’iter alla Camera. In questo senso, – conclude la nota – fondamentale sarà che la definizione del regolamento d’applicazione sappia recepire sia lo spirito delle indicazioni contenute nell’articolo 1 bis che le suggestioni contenute negli ordini del giorno e, ci auguriamo, le proposte avanzate in sede di audizione dalla Fusie”.

“La legge rende finalmente chiaro che l’editoria è un settore che merita sostegno pubblico soltanto sulla base di criteri di trasparenza e di qualificazione professionale espressa e misurata attraverso il lavoro giornalistico regolarmente inquadrato secondo contratto collettivo, diritto del lavoro e obblighi previdenziali”. Questo il commento di Franco Siddi, segretario generale della Fnsi e consigliere Cgie.

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