Allarme crescita, il Fmi conferma contrazione del Pil italiano

NEW YORK – L’economia italiana si contrarrà sia nel 2012 sia nel 2013. A certificarlo è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), confermando un pil in calo dell’1,9% quest’anno e dello 0,3% il prossimo in un contesto generalizzato di rallentamento della ripresa, sulla quale restano forti rischi al ribasso dovuti alla crisi dell’area euro.
‘’Il tempo sta per scadere, bisogna agire’’ afferma il Fmi. La crisi di Eurolandia ‘’è la priorita’’’ e può essere contenuta se, a fronte dell’impegno dei Paesi sotto pressione alle riforme, gli altri membri del blocco saranno disposti ad aiutare. E questo perchè anche se i ‘’governi italiano e spagnolo hanno intrapreso importanti passi, questi possono avere successo solo se riescono a finanziarsi a tassi ragionevoli’’.

Alcuni spread in Europa – mette in evidenza il Fmi – sono giustificati dai fondamentali, per l’Italia si tratta di almeno 200 punti base sui 485 di premio per il collocamento dei titoli a dieci anni. Un’affermazione che arriva in una giornata di alta tensione per i titoli italiani, con lo spread che ha sfiorato quota 500 punti. Per il Fmi l’Italia si trova di fronte a una doppia sfida: da un lato far sì che le misure di risanamento siano favorevoli alla crescita, dall’altro assicurarsi che i progressi nel medio-lungo termine restino intatti. L’Italia, che raggiungerà un ‘’piccolo surplus strutturale nel 2013’’, dovrebbe ora spostare il risanamento dalle entrate alla spesa pubblica.

Per il Belpaese il Fondo stima un debito pubblico in aumento più di quanto previsto in aprile e questo a causa dei contribuenti agli aiuti europei, con i quali il debito salirà al 125,8% quest’anno e al 126,4% nel 2013. Il debito certificato dalla Banca d’Italia in giugno è pari alla cifra record di 1.966 miliardi di euro. Il contributo ai meccanismi di salvataggio europei farà salire più del previsto – secondo il Fmi – anche il debito tedesco. Proprio la ratifica dell’Esm è in salita in Germania, dove la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sui migliaia di ricorsi avanzati prima di approdare in Parlamento.

Gli esperti di Washington promuovono gli accordi presi finora a livello europeo per risolvere la crisi ma spingono ad andare più avanti, verso un’unione fiscale e di bilancio. La crisi dell’area può essere alleviata – affermano – anche con l’aiuto della Banca Centrale Europa (Bce) che ha spazio per un ulteriore allentamento monetario.

– La ripresa economica globale continua ma è debole – osserva il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, secondo il quale il risanamento sta pesando sulla crescita. Il rischio più immediato – avverte il Fmi – è che azioni ritardate o non sufficienti contribuiranno a una ulteriore escalation della crisi dell’area euro. Nell’aggiornamento del World Economic Outlook, il Fmi stima una crescita mondiale del 3,5% quest’anno e del 3,9% nel 2013, in lieve ribasso rispetto alle previsioni di aprile. Il pil di Eurolandia si contrarrà nel 2012 dello 0,3%, per poi aumentare dello 0,7% nel 2013 (-0,2 punti rispetto ad aprile). Per gli Usa il Fmi rivede al ribasso di 0,1 punti percentuali sia le stime 2012 sia quelle del 2013 a rispettivamente +2,0% e +2,3%.

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