Gli azzurri della sciabola confermano il podio di Pechino

LONDRA – La scherma non tradisce mai. La sciabola regala la dodicesima medaglia olimpica all’Italia. Forse era la meno attesa. Dopo l’argento di Diego Occhiuzzi nell’individuale arriva anche il bronzo a squadre. E’ la conferma di Pechino e non era affatto scontata. Quattro anni fa nel quartetto c’era anche Giampero Pastore.

“Voglio dedicare questa medaglia a lui – il primo pensiero di Montano. Siamo stati compagni per anni e ci sentiamo spesso anche per teléfono”.

Pochi avrebbero scommesso su un podio. Montano, oro ad Atene, é rimasto a lungo in dubbio per un problema all’adduttore della coscia sinistra. Pareva spacciato, a un passo dal gettare la spugna. Ma un po’ con il supporto medico, ma soprattutto con la sua cocciutaggine, si è rimesso in piedi in tempo. Questa Olimpiade per nulla al mondo se la sarebbe persa. Ha avuto ancora una volta ragione lui. Al termine della finale per il terzo posto vinta con grinta, tra colpi di scena e un’incertezza sul risultato che praticamente è durata fino all’ultima stoccata, il ragazzo livornese ha lanciato in aria la sua maschera e dopo è corso in tribuna ad abbracciare la sua fidanzata. Una coppia, la loro, sempre da copertina.

“Voglio continuare fino a Rio – ha detto Montano – voglio provarci. Certo non sarà facile, alle prossime Olimpiadi ci saranno solo due posti per l’individuale e non ci sarà la gara a squadre. Ho 33 anni, però se c’é un progetto serio continuo”.

Non sarà così invece per Luigi Tarantino. A quasi 40 anni, il napoletano dice addio alla nazionale. Oggi ha tirato malissimo e nella finale per il bronzo ha chiesto di essere sostituito con il giovane Luigi Samele. Sarà lui assieme a Occhiuzzi il futuro della sciabola azzurra. Con un pizzico di condizione fisica in più forse la medaglia poteva essere diversa dal bronzo. Il capolavoro di Montano è stato nei quarti controla Bielorussia. Dasolo ha ribaltato le sorti del match piazzando cinque stoccate di fila e strascinando gli azzurri alla vittoria di un soffio (45-44).

Dello sforzo fisico Montano & co. hanno però risentito in semifinale controla Corea, che poi in finale ha ‘asfaltato’ (45-26) anchela Romania, dando un altro oro al paese confermano la vocazione ‘a mandorla’ di questi Giochi. Anche la finale controla Russiaè stata al cardiopalma.

Gli azzurri hanno cominciato perdendo i primi due assalti, a rimettere in carreggiata la squadra il più giovane, Samele, poi Occhiuzzi ha portato la partita sul +4 (18-14). Ma i russi si sono rifatti sotto. Montano contro Rashetnikov ha perfino spezzato una lama. Samele e Occhiuzzi, ancora loro, hanno dato l’ultima spallata (35-30). Ela Russiaè finita ko. Dopo il tripudio di ieri nel fioretto femminile e il record della Vezzali l’Italia torna dunque a esultare. Non per l’oro ma questo è come se lo fosse.

 

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