Appello agli imprenditori

CARACAS – Il candidato presidenziale Henrique Capriles Radonski ha presentato a Barquisimeto il suo piano “Hecho en Venezuela”, con il quale si impegna a rendere il Venezuela un grande Paese produttore ed esportatore. Per farlo, sostiene il rappresentante della Mud alle elezioni di ottobre, è necessario diversificare l’economia, allentare la dipendenza petrolifera, dire basta alle espropriazioni e alle confische, semplificare gli iter burocratici e, soprattutto, generare fiducia negli investitori. L’obiettivo, sostiene Capriles, è quello di creare 3 milioni di nuovi posti di lavoro e rendere disponibili a basso costo beni prodotti in Venezuela. Insomma, far sì che i venezuelani siano soddisfatti della loro produzione interna.

– Per ogni bene che esportiamo, ne importiamo tre. Stiamo spendendo più di 46.000 milioni di dollari importando merci da altri paesi. Importiamo il 70% degli alimenti – ha dichiarato il candidato -. Voglio che ci sia molta produzione, però a basso costo, che i prodotti siano accessibili. Alcuni parlano di sovranità, d’indipendenza. Siamo indipendenti se tutto quello che consumiamo lo importiamo da altri paesi?

Il candidato ha sottolineato l’importanza del suo “Hecho in Venezuela” facendo notare che il 95% di tutte le esportazioni del paese provengono dalle entrate del petrolio e che l’economia è ferma.

Anche il presidente della Repubblica Hugo Chávez si è rivolto ieri agli imprenditori
nazionali, invitandoli a collaborare con il governo per lo sviluppo integrale del paese, sottolineando che “un paese va costruito con gli sforzi di tutti.”

– Andiamo a lavorare, abbiamo bisogno di voi. La tesi dell’economia di mercato è un errore, una bugia, non funziona. Andate in Europa a vedere. In Europa e negli Stati Uniti negli ultimi anni hanno chiuso migliaia di imprese andate in fallimento.

Le fa fallire lo stesso sistema capitalista, in particolare le piccole e medie imprese. E chi sopravvive? Le grandi. Come ha detto Alí Primera: “È lo squalo che mangia le sardine”.

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