E’ pazza Inter contro il Vaslui

MILANO – Alla fine pareggia e approda all’Europa League un’Inter pazzesca dove gli errori difensivi vanificano tutto il buono (e ce n’é tanto) che la squadra di Stramaccioni propone. Palacio e Guarin – che gioca una mezza partita stratosferica, mentre Zanetti ne gioca splendidamente una intera – recuperano gli sgorbi di Samuel e Castellazzi e la defaillance del giovane terzo portiere Belec.

L’Inter non vince ancora in casa, ma l’importante era superare il turno e i nerazzurri ci riescono. Mister Stramaccioni ha qualche ora per correggere dalla cintola in giù, prima che arrivi Zeman con la sua banda. Piange e fa piangere i 50.000 di San Siro Julio Cesar, in partenza per Londra, che legge un messaggio di saluto e di addio in cui ricorda Coppe e titoli, l’avventura meravigliosa dell’Inter del Triplete. E ha già salutato il presidente Moratti e i compagni Maicon che ai tifosi forse manderà una cartolina dall’Inghilterra dove si trova già stasera arruolato da Roberto Mancini e dal suo insaziabile ManCity.

Piange e fa fa piangere l’Inter che, dopo mezz’ora nella quale sembrava poter disporre a piacimento del Vaslui che va al passo, e che ha colpito una traversa al12’con Samuel, incappa in una topica difensiva coi centrali che sbagliano i tempi del fuorigioco e si spalancano di fronte a un lancio di Stranciu per Antel. L’attaccante tenta di aggirare Castellazzi che lo aggancia quando forse poteva anche farne a meno. Rigore ed espulsione. Stranciu batte Belec, subentrato a Cassano e la partita si mette in salita per i nerazzurri che tirano l’intervallo e che poi sono costretti a riorganizzarsi con Juan Jesus centrale, Nagatomo che torna terzino e Guarin che entra a centrocampo. Fuori Samuel, sfortunato nell’occasione del gol mancato, colpevole nell’episodio che ha rilanciato le speranze del Vaslui.

L’Inter del secondo tempo è sicuramente diversa: il centrocampo con Guarin ha ben altra autorità, pressa, recupera e ripropone l’azione, anche se Palacio non sempre riesce a fare con efficacia l’unica punta. L’inferiorità numerica sembra sparita e i nerazzurri attaccano con efficacia anche se devono lasciare qualche spazio in più ai romeni. Ma il contropiede vincente è quello nerazzurro: Coutinho strappa per 30 metri e poi regala d’esterno il pallone del pareggio a Palacio. Sospiro di sollievo, ma non è finita.

Altra topica e nuovo svantaggio. Stavolta è il povero Belec (paga pure l’emozione) a mancare l’uscita e a consentire a Varela il comodo gol di testa. Poi finisce bene perché Guarin mostra ai 50.000 di San Siro di essere un campione. Merita una grande ovazione e tanti replay il suo gol dopo uno slalom speciale tra i difensori avversari. Adesso Stramaccioni aspetta la fine del mercato domani sera: non arriverà certo un nuovo Maicon (tenterà di far crescere Jonathan che promette bene) ma almeno un vice Milito.

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