I partiti criticano le misure Monti: “La disciplina paga”

ROMA – Le tiepide reazioni di Abc alla manovra di Monti confermano l’imbarazzo che il varo della legge di stabilità provoca nella maggioranza che sostiene il governo dei ‘tecnici’. Ma che, con le misure prese l’altro giorno, sempre più politico appare. Quale che sia il punto di vista delle critiche, che variano dall’accusa di aver scatenato una nuova macelleria sociale fino al sospetto di aver messo in campo una serie di azioni che ipotecano l’azione del governo che uscirà da libere elezioni, i partiti della maggioranza escono frastornati da quella che appare loro come una prova di forza dell’esecutivo. Una lettura che palazzo Chigi respinge con forza quando fa notare che il compito dell’esecutivo è comunque quello di dare un indirizzo di politica economica al Paese; tanto più ora che si tirano le somme della stretta operata in un anno dimostrando, come dice Monti, che ‘’alla fine la disciplina di bilancio paga’’. E che, ad esempio, si trovano le risorse per abbassare la pressione fiscale sui redditi bassi anche a costo di non neutralizzare completamente l’aumento dell’Iva. Manovra che resterà quindi in carico all’esecutivo che verrà.
– Restiamo leali fino alle elezioni, ma su alcune delle misure della legge diremo la nostra – avverte il segretario del Pd,Pier Luigi Bersani, pressato da Vendola e Di Pietro che gli chiedono, alla luce dei nuovi tagli annunciati sul welfare, di staccare la spina al governo. Nè appare entusiasta come al solito il leader centrista Pier Ferdinando Casini che ha fatto dell’agenda Monti e del Monti bis il nodo del programma elettorale.
– Riteniamo importante l’abbassamento di un punto delle aliquote Irpef per i redditi più bassi’ -esordisce Casini che questa volta aggiunge un ‘ma’ -. Chiederemo che il taglio sia modulato secondo il numero dei componenti delle famiglie.
Ed anche sulla sanità l’Udc avverte:
– Vogliamo vedere il testo, per verificare se si tratta di spending review. Altrimenti dovrà intervenire il Parlamento per cambiare.
Anche Gianfranco Fini sembra tirare un sospiro di sollievo quando il ministro Balduzzi annuncia che i tagli al servizio sanitario saranno meno della metà rispetto al miliardo e mezzo annunciato. Anche il Pdl è critico e non manda giù il mancato azzeramento dell’aumento Iva.
– Cosi’ si deprimono i consumi – avverte il responsabile economico Luigi Casero che non si nasconde dietro un dito -. Il governo – dice – ha fatto un’operazione di marketing politico.
Gli unici a mostrare un’adesione totale agli interventi del governo è Italia Futura di Montezemolo: l’associazione promuove in toto la manovra che, per altro, dovrà risultare una delle discriminanti tra le forze politiche. Da un lato quelle che sostengono l’agenda Monti e, dall’altro, chi quell’agenda la vorrebbe ‘’rottamare’’. Sul fronte opposto Vendola:
– Bisogna dare uno stop al governo Monti.
Il Pd deve decidere è il suo ultimatum. A cui aderisce anche Di Pietro:
– Questa legge di stabilità è uno scandalo, è tutto fumo e niente arrosto. Per questo ci auguriamo che al più presto il Pd stacchi la spina al governo.
La battaglia si sposterà ora in Parlamento e il governo, convinto di aver varato quella che definisce ‘’la migliore combinazione delle misure possibili’’, non teme il confronto.
– La nostra è una proposta che ci sembra molto solida e molto equilibrata. Una buona piattaforma di partenza – dice il ministro dello Sviluppo Corrado Passera che sfodera tutto il suo aplomb:
– Anche in passato proposte del Governo hanno avuto miglioramenti nel passaggio parlamentare.

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