Monti: “Commessi errori ma nessun rammarico”

BRUXELLES  – Qualche errore è stato commesso, ma non tale da indurre a rammarico o pentimento. Mario Monti, davanti al pressing dei partiti sulla legge di stabilità, conferma la disponibilità a valutare ritocchi del ddl, ma al contempo difende le scelte di politica economica del governo.

– Siamo pronti ad accettare modifiche, purchè i saldi restino invariati – premette il presidente del Consiglio da Bruxelles, rimarcando però che alcuni punti qualificanti del provvedimento non potranno essere messi in discussione.

In vista degli incontri che avrà con i leader di maggioranza (si comincia lunedì con Pier Ferdinando Casini), e nonostante il tono conciliante, Monti conferma i paletti piantati da Vittorio Grilli: le critiche ”non ci sorprendono” visto che ”la legge di stabilità non va giù come un bicchiere d’acqua”, afferma con la voce stanca dopo un lungo negoziato notturno sulla vigilanza bancaria.

Assicura che il governo ”prenderà in considerazione” tutti i suggerimenti, anche se ”il saldo non è l’unico caposaldo” del governo e alcune modifiche, pur se a costo zero, non saranno ”accettate”. E spetterà ”in primis” a Grilli verificare quali interventi siano sacrificabili e quali no. E’ fiducioso del fatto che alla fine, come altre volte in passato, ”l’esercizio tollerante e reciproco della spiegazione” con le forze politiche darà buoni risultati. E alla domanda se abbia delle idee su come trovare un compromesso che accontenti tutti, replica secco:

– Tantissime.

Risposta che induce a sospettare che non condivida ogni misura contenuta nel ddl. Dubbio che lui stesso fuga immediatamente:

– Posso avere anche molte idee su aspetti che non riteniamo modificabili – precisa. Le sue parole vengono comunque lette come una disponibilità alla trattativa e sono accolte con soddisfazione da Pier Luigi Bersani. Che però conferma anche di volere discutere tre punti del testo: le detrazioni, l’Irpef e l’Iva. Interventi che Monti, invece, difende a spada tratta.

– Il governo – spiega – aveva preso in considerazioni altre ipotesi, ma alla fine ha ritenuto che l’attuale combinazione fosse la ”migliore” sia per gli effetti redistributivi che macroeconomici. E nonostante le critiche non abbiamo cambiato idea anche perchè il ddl ”non è un altra manovra in quanto insieme ai tagli prevede ”benefici” per le classi meno agiate.

Argomentazione che estende alle altre misure varate.

– Abbiamo fatto di sicuro degli errori – premette, ricordando anche però i tempi stretti cui è stato costretto il governo. Sul ddl anti-corruzione ad esempio – ammette – si sarebbe voluto fare di più, ma ricorda che non è stato possibile proprio per le ”resistenze” dei partiti.

– Ad ogni modo – sottolinea -, non ho nessun motivo di rammarico o di pentimento sulla strategia di politica economica scelta.

Certo il trattamento somministrato a imprese e famiglie è stato molto duro, a volte ”brutale”, ma necessario visto quello che stava avvenendo intorno a noi, argomenta con il pensiero rivolto alla Grecia. Ma i frutti si vedono: ”la crisi è in via di superamento” e i tassi di interesse sul debito finalmente stanno scendendo. Dati che fanno ben sperare, sottolinea Monti ‘strizzando l’occhio’ ai partiti, sia sul fatto che la crescita arriverà, sia sul fatto che dopo tanta disciplina siano valorizzate le riforme. Ottimismo che estendo anche al difficile negoziato fra imprese e sindacati sulla produttività.

Monti si dice fiducioso sul fatto che le parti sociali, nonostante il nulla di fatto, trovino alla fine un’intesa. Ma a scanso di equivoci ricorda che il miliardo e mezzo messo a disposizione dal governo è vincolato al raggiungimento dell’obiettivo di rendere più competitive le aziende italiane.

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