Alonso: “Lotteremo fino alla fine. Può succedere di tutto”

NEW YORK – “Ci restano da fare settantuno giri, in cui si deciderà tutto: gli sforzi di mesi si concentreranno in pochissimo tempo. Può succedere qualunque cosa, l’importante è che noi facciamo tutto alla perfezione: poi soltanto la fortuna è fuori dal nostro controllo. Sappiamo che può essere sufficiente anche un piazzamento sul podio. Ho fiducia in me stesso così come la ho nella squadra: lotteremo fino alla fine”. Fernando Alonso da New York, alla vigila della partenza per il Brasile vede così l’ultimo tentativo di arrivare al mondiale.
– Siamo onesti con noi stessi e con i nostri tifosi: sappiamo di non essere super competitivi ma se siamo ancora in lizza è grazie alla squadra, che è la migliore di tutte – ha detto il ferrarista -. Avremo qualche piccolo aggiornamento ma anche gli altri faranno lo stesso quindi non cambierà molto la situazione. Magari potrà far la differenza trovare un assetto migliore o l’adattabilità della vettura alle caratteristiche del circuito.
– Una vittoria sarebbe una vendetta per Abu Dhabi 2010?
– No, credo che sarebbe soltanto una gioia, per noi come per il 99% delle persone: magari non sarebbe altrettanto soltanto per la Red Bull. La Ferrari è qualcosa di speciale, dove tutti danno il 100% e anche di più perché si sentono parte di questa famiglia; non soltanto in Formula 1 ma anche nella parte industriale perché quando vedono passare una Ferrari per strada sanno che un pezzo di quella macchina, anche piccolissimo, è stato fatto da loro.
Fernando Alonso, con Eugene Kaspersky, ha parlato in una tavola rotonda – svoltasi presso la sede della New York Academy of Sciences al numero 7 del World Trade Center – con i rappresentanti dei media arrivati nella Grande Mela per il lancio della campagna promozionale “Safeguarding Me”, realizzata da Kaspersky Lab con il supporto del pilota della Scuderia Ferrari.
– La tecnologia rappresenta un grande aiuto per comunicare con i nostri tifosi e per rimanere in contatto con loro, sia nei momenti belli che in quelli brutti – ha detto Alonso – E’ anche un mezzo per l’intrattenimento: mi capita spesso di essere in aeroporto o a un bar ad aspettare e allora avere la possibilità di chattare con gli amici o di scattare qualche fotografia mi diverte. Siamo ormai sempre connessi e, quindi, dobbiamo anche essere sempre protetti in questa vita digitale perché in quel momento siamo aperti verso il mondo intero.
– C’é troppa tecnologia?
– No, non ce n’é mai abbastanza. Lo dico non soltanto come pilota di Formula 1 ma penso che sia una cosa valida per tutti. Certo, tornando al nostro sport, è difficile dire se adesso il bilanciamento fra le varie aree sia quello ideale. Ad esempio, credo che ci sia troppa aerodinamica, che non ha nessuna ricaduta sulla produzione delle vetture stradali ma per quanto riguarda la sicurezza, l’elettronica e il motore, tanto per citare alcuni aspetti, credo che sia molto importante quello che si sta facendo

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