Napolitano: “No alla lista Monti. Il premier non è candidabile”

PARIGI – Poche parole, semplici. Non serve altro per scuotere il mondo politico italiano; in particolare, il popolo del centro.
– I senatori a vita non possono essere candidati alle elezioni perchè sono già parlamentari; pertanto il senatore a vita Mario Monti non può essere candidato da nessun partito – Questo, in sintesi, il senso delle parole pronunciate dal capo dello Stato. Da Parigi, al termine della sua visita di Stato, Giorgio Napolitano prova a liberare l’attuale premier dalla morsa di chi lo vuole spingere a candidarsi o dare il nome del prof ad una lista; e di chi, al contrario, desidera che Monti si ‘faccia da parte’.
Il Capo dello Stato coglie l’occasione per esprimere il proprio pensiero a Parigi, nel risponde a chi, durante il saluto presso l’ambasciata italiana, gli chiede ‘’cosa possa mai fare Monti strattonato’’ dalle due parti in causa. Il presidente, con la prudenza che lo caratterizza, non entra nel merito ma traccia il quadro di norme che regolano voto e formazione del governo. Insomma, illustra i paletti che indicano il cammino a seguire
– L’incandidabilità di Monti – fa notare – non è particolare da poco che a volte si dimentica.
Tuttavia, il presidente dellaRepubblica non è possibile escludere che l’attuale premier possa tornare alla guida del prossimo governo. Ma questo dipenderà dai partiti e soprattutto dall’esito del voto. A regolare questo processo sarà il ‘’successore’’ di Napolitano. Lo stesso presidente sottolinea la parola ‘’successore’’. Una maniera implicita per far capire che non è disponibile all’ipotesi di variazione della data di scadenza del mandato in base a quella del voto.
L’eventuale ritorno di Monti a palazzo Chigi dovrà comunque essere regolato da diversi passaggi che vanno dal risultato delle elezioni fino alla composizione delle Camere. E’ un percorso istituzionale obbligato che si concluderà con il conferimento del mandato a formare un nuovo Governo; conferimento, questo, che spetta unicamente al presidente della Repubblica sentite le forze politiche.
– ‘Monti – afferma Napolitano – è un senatore a vita e pertanto ha uno studio a palazzo Giustiniani dove potrà ricevere chiunque, dopo le elezioni, vorrà chiedergli un parere, un contributo o un impegno.
In altre parole, i partiti sono liberi di ‘coinvolgerlo’ nel prossimo governo e, naturalmente, il premier – giá in veste di ex – di lascviarsi coinvolgere, se lo ritiene opportuno. Più complessa la questione di una ‘Lista Monti’ auspicata dal centro. Per la massima Carica dello Stato non avrebbe senso perchè ‘’sarebbe pur sempre una lista che presenta i suoi candidati al Parlamento’’.
– Bisogna vedere – rimarca – quanti di questi diverrebbero parlamentari e che peso avrebbe questa ipotetica lista che concorrerebbe come tutti gli altri partiti alle consultazioni.
– Questa lista avrà già in testa un nome? Benissimo – aggiunge – Vedremo quali altri nomi proporranno gli altri sulla base dei risultati elettorali.
Non si scompone più di tanto Pier Ferdinando Casini, principale sponsor del professore in Parlamento, che si dice pronto a presentare una lista che ‘’richiami Monti’’ a completare il lavoro iniziato. Le parole del Capo dello Stato suscitano, invece, la reazione di chi, come Alessandra Mussolini o il senatore Carlo Giovanardi, vi legge una ‘sponsorizzazione’ implicita di Monti. Ma sono interpretazioni che il Quirinale respinge. Il presidente – viene rimarcato – ‘’ha solo richiamato i termini obiettivi in cui il problema della formazione del nuovo governo si porrà, una volta concluso il confronto elettorale, nel rapporto tra le forze politiche e il nuovo Capo dello Stato’’.
– E’ verissimo che ci sono alcune forze politiche o gruppi o movimenti che pensano che Monti potrebbe continuare a fare il presidente del Consiglio dopo il voto; e che è un diritto o una facoltà che ha qualsiasi partito – aveva detto poche ore prima Napolitano in ambasciata.
Ma vanno seguite regole e prassi.
– Dopo le elezioni – aveva precisato la massima Carica dello Stato – il mio successore terrà le consultazioni e in quella sede ogni partito potrà esporre le sue preferenze e le sue proposte sulla personalità a cui conferire l’incarico.
Insomma, come aveva affermato lunedì a Napoli, non ci saranno decisioni prese ‘’a tavolino’’. In questo momento sarebbe inutile e dannoso ‘’fare ipotesi campate in aria’’; è più opportuno, invece, aspettare ‘’i risultati del voto’’. Da sottolineare, poi, che con il riferimento al suo ‘’successore’’ è la prima volta che Napolitano accenna con tale fermezza alla fine del suo mandato settennale. Ed è lo stesso presidente, prendendo spunto dal saluto dell’ambasciatore Giovanni Caracciolo che a breve lascerà ‘’ambasciata e carriera’’, a ricordare che ‘’i mandati sempre conoscono momenti di conclusione, prima o poi’’.

A.T.

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