Bersani: “Berlusconi perderà, dopo il voto apro ai centristi”

ROMA  – Pier Luigi Bersani non intende fare campagna elettorale sulle ‘’giravolte’’ di Silvio Berlusconi. ‘’Il Cavaliere perdera’’’, è convinto il candidato premier del centrosinistra che trova conferma nella ‘’sfiducia’’ espressa ieri dal Ppe verso il Cavaliere. Con un certo fastidio, invece, viene preso nel Pd il pressing di leader europei su Mario Monti, ‘’inedito’’ rispetto ad altri appuntamenti elettorali ad esempio in Spagna.  A questo punto, secondo i vertici democratici, ‘’è ora che tutti facciano chiarezza su alleanze e candidature’’ perchè di fatto a due mesi dal voto il Pd è l’unico partito pronto a rivolgersi agli italiani.
Bersani non ha dubbi sul consenso del Pd e sulla sua affidabilità rispetto agli impegni europei.
– Siamo il primo partito italiano – afferma in un incontro con la stampa estera – sopra il 30 per cento in tutte le rilevazioni e siamo la forza più europeista del paese, quelli che hanno portato l’Italia nell’euro.
Tuttavia, pur sicuro che alle elezioni ‘’non ci sarà ingovernabilità nei numeri e nella politica’’ e che il centrosinistra avrà la maggioranza anche al Senato, ieri il leader Pd ha messo un punto fermo rispetto al rapporto, dopo il voto, con le forze centriste, siano esse l’Udc o la lista per l’Italia, con o senza la presenza di Monti.
– In qualsiasi condizione numerica – chiarisce – siamo disponibili ad un dialogo con le forze del centro europeiste e costituzionali.
Un’apertura ai moderati che, certo, non fa piacere all’alleato Nichi Vendola, così come l’assicurazione che l’art.18 non verrà ripristinato, ma che serve al Pd per confermare soprattutto all’estero il suo impegno all’agenda Monti intesa come ‘’rigore e rispetto dei vincoli europei, unita a più riforme perchè per queste serve una maggioranza politica coesa’’. E nel caso in cui Mario Monti dovesse candidarsi, è il tassello che Bersani aggiunge in un’intervista a Die Welt, ‘’segnaleremo la volontà di collaborare’’ anche dopo le elezioni.
Bersani resta dell’idea che, per preservarsi per ruoli futuri, il premier ‘’dovrebbe tenersi fuori dalla campagna elettorale’’. Certo ogni scelta ‘’sarà rispettata’’ ma a questo punto, spiegano fonti democratiche, visti i tempi ristretti prima delle elezioni, sarebbe bene per l’Italia e per gli italiani che si faccia chiarezza su alleanze e candidature, compresa quella del premier.
Le pressioni di leader Ue affinchè il Professore si candidi crea un certo nervosismo nel partito e sembra avvicinare una scelta in tal senso del premier. In ogni caso, il Pd, come assicura Enrico Letta, gioca per vincere e anche a livello di contatti stranieri tesse la sua tela: sabato riunisce a Roma la prima conferenza dell’alleanza dei progressisti europei e mondiali e mercoledì prossimo Bersani sarà a Bruxelles per incontrare il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker.
– Sulle unioni civili così come sul lavoro, cominciamo a fare anche un riformismo alla tedesca. E voglio vedere chi può obiettare – scherza, ma non troppo, il segretario Pd, sorpreso di dover dimostrare in Italia e all’estero il tasso di europeismo e riformismo.

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