Tornao i timori della Grecia, mentre Cipro aspetta aiuti

BRUXELLES  – La zona euro provata dal rigore vuole cominciare l’anno con un nuovo passo e quindi cambia l’agenda dell’eurogruppo: al primo posto della riunione dei ministri economici di lunedì mette la crescita.

Ma un nuovo buco nei conti di Atene e le difficoltà di Cipro a corto di liquidità rischiano di mandare a monte il tentativo di voltare finalmente pagina e rivedere le ricette a base di tagli e tasse applicate fino ad ora. L’eurogruppo di lunedì, il primo dell’anno, ha un’agenda molto fitta e non priva di insidie. La prima: l’elezione del prossimo presidente, perchè l’attuale, Jean Claude Juncker, lascerà come da programma e senza aspettare che i 17 trovino un ampio accordo sul suo successore. Al momento il favorito, nonchè unico candidato ufficiale, è il ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, fortemente sostenuto dalla Germania.

– E’ un buon candidato – ha detto ieri Juncker dopo aver ricevuto l’olandese.

Molto scettica invece la Francia, che avrebbe voluto altri nomi, e che considera la nomina di Dijsselbloem come l’ennesima imposizione tedesca sostenuta da altri falchi del Nord come la Finlandia. E teme che con un candidato così apertamente schierato sulla linea rigorista sarà difficile rendere più ‘flessibili’ gli obiettivi di risanamento, scenario al quale punta Parigi ma anche la Spagna e quei Paesi che hanno aggravato la recessione per rispettare gli impegni con l’Europa.

L’altro capitolo insidioso rischia di essere la Grecia: il Fmi, da sempre scettico sui calcoli sul debito ellenico fatti dalla Ue, torna  alla carica definendolo ”non sostenibile” senza ”trasferimenti diretti nel budget greco da parte della Ue” o un ”alleggerimento” di altro tipo. E quantifica il ‘buco’ nei conti a 9,5 miliardi di euro fino al 2015-2016. Un grosso grattacapo per l’eurozona che credeva di poter mettere da parte la questione Grecia per un po’. Anche per dedicarsi al problema Cipro, che con un debito ormai peggiore di quello di Atene ha già chiesto aiuti che la Ue però ancora non sblocca.

Un po’ perche’ aspetta ancora di vedere il piano di privatizzazioni che ha chiesto, e che l’attuale presidente si rifiuta di presentare, e un po’ per i timori che i suoi aiuti finirebbero nelle banche cipriote fortemente sospettate di coprire loschi affari di capitali russi.

Ogni decisione è quindi rimandata alla fine di marzo, dopo le elezioni presidenziali cipriote. Infine, altro aspetto critico è la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-Stati Esm e l’eventuale retroattività della decisione. La Ue aveva promesso che dopo la supervisione bancaria unica si sarebbe dato il via libera all’Esm ad andare direttamente in soccorso delle banche, senza passare dagli Stati e quindi pesare sul debito. Una ipotesi molto attesa dalla Spagna, che ha già chiesto aiuti per le sue banche, e anche da Irlanda e Portogallo nel caso in cui la norma fosse retroattiva. Ma Germania, Olanda e Finlandia vogliono che valga solo per il futuro, e comunque puntano a rimandare tutto al 2014, quando la supervisione unica entrerà in vigore

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