Scontro Monti-Bersani sui conti. Prof.: “Cgil frena le riforme”

DAVOS  – Un fendente alla Cgil, che frena la riforma del lavoro. Accuse ad ”un partito di destra” sulla legge anti-corruzione. E poi un attacco diretto al segretario del Pd Pierluigi Bersani al quale riserva un ”consiglio” al vetriolo:

– lo invito a non parlare di polvere sotto il tappeto perchè, al di la della sua volontà, può risuonare sinistro sui mercati internazionali dando l’idea che ci siano cose nascoste nel bilancio pubblico.

E’ un Mario Monti da combattimento quello che, prima sul palco del World Economic Forum e poi parlando con i giornalisti a Davos, attacca in ogni direzione, anche il suo competitor a sinistra. Che risponde per le rime:

– I mercati sanno leggere e scrivere: sanno benissimo che io, se tocca a me, rispetterò i patti.  Niente zone opache nei conti – prosegue – ma certo dovremo verificare eventuali scostamenti per garantire il pareggio di bilancio.

Monti a Davos, diviso tra un intervento pubblico e un incontro istituzionale, tra il palcoscenico internazionale e le notizie che il suo staff gli porta in continuazione dall’Italia, riesce abilmente a cambiare veste. Come premier rassicura gli investitori sul cammino fatto e sulla volontà di ”unire le forze pro-riforme per fare di più”. Da candidato risponde per le rime agli altri contendenti.

Nemmeno la neve che copre la ”montagna incantata” di Thomas Mann riesce a raffreddare il clima elettorale. Poi la temperatura sale anche per lo scandalo del Mps. Incalzato dai giornalisti spiega che ad alimentare il tema sono speculazioni elettorali.

– La confusione creata ha evidenti ragioni – spiega definendo ”fantasie” chi collega il gettito dell’Imu ai fondi stanziati per i ‘Monti-Bond’ in favore dell’istituto toscano:

– La sottoscrizione di nuovi strumenti finanziari non è ancora avvenuta. Sono tutte fantasie.

Al ”candidato”, quasi osannato a Davos, bruciano le ultime dichiarazioni di Bersani, dagli esodati ai conti pubblici.

– Le critiche sono il sale della democrazia – dice ai giornalisti prima di fare l’affondo sui mercati. Al segretario Pd che lo sfidava sugli esodati ribatte che ”l’agenda Monti è in corso di integrazione, con molti contributi dalla società civile”. Poi aggiunge che il direttore generale dell’Inps ha confermato gli ultimi dati, con i 140.000 esodati già salvaguardati.

Una critica feroce la dedica invece alla Cgil, che all’inizio non nomina nemmeno. “Un sindacato”, dice.

– La riforma del lavoro che abbiamo varato – afferma dal palco principale del Forum – non è andata avanti abbastanza e questo – aggiunge – è colpa di un sindacato che ha resistito decisamente al cambiamento e non ha firmato accordi che altri avevano firmato.

Nel pomeriggio argomenta in maniera più approfondita, anche perchè gli viene chiesto maliziosamente se così abbia riconosciuto un diritto di veto ad un sindacato.

– Le cose si sono evolute – dice – e una volta era possibile. Ma ora un sindacato non può bloccare l’azione del governo, ma certo costituire ostacolo e ritardo, creando difficoltà.

Dal sindacato di Corso D’Italia nessuna replica. La scelta è quella di non rispondere alle polemiche politiche ma di guardare solo ai programmi

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