Il doping fa tremare lo sport spagnolo, Fuentes: “Non solo ciclismo anche il calcio”

MADRID – Come anticipato dalla sua difesa, Eufemiano Fuentes, il discusso medico delle Canarie imputato nel processo per la rete di doping smantellata nell’operazione Puerto, non ha fatto nomi. Ma ha confermato ieri, nell’interrogatorio davanti al giudice Julia Patricia Santamaria, della sezione penale numero 21 di Madrid, di “aver lavorato soprattutto con ciclisti ed altri sportivi”, “calciatori, tennisti o Pujilí”.

Citato dall’agenzia Efe, Fuentes ha sostenuto che “a titolo individuale”, si limitava a “controllare i valori di ematocrito nel sangue con autoemotrasfusioni” e ha assicurato di non aver mai fatto una trasfusione da una persona all’altra.

“Facevo loro analisi periodiche, dato che venivano per prepararsi a una determinata competizione, a comprovare la preparazione, se si alimentavano bene”, ha sostenuto il medico. Ed ha precisato che si rivolgevano allo studio di analisi nella madrilena Calle Zurbano. Fuentes ha chiarito che le sacche di sangue erano contraddistinte da numero o ‘soprannomi’ dei proprietari, per una questione di “comodità e per il timore che le sue conversazioni telefoniche con i clienti, fossero ‘intercettate dalla stampa’” e “non dalla guardia civile”, dal momento che riteneva la sua attività legittima.

Il medico delle Canarie ha assicurato di “non aver mai cercato livelli di ematocrito eccezionalmente alti” negli sportivi trattati, per il rischio che avrebbe comportato alla salute sotto forma di problemi cardiovascolati e renali. Furono 116 le sacche di sangue e 99 quelle di plasma sequestrate nel febbraio 2006 nel corso dell’operazione Puerto, considerata il più grande caso di doping nel ciclismo, che ha coinvolto 58 ciclisti, fra i quali Alberto Contador, Ian Ulrich e Ivan Basso.

L’accusa è di aver creato un traffico finalizzato all’uso di sostanze dopanti, assunte non solo dai ciclisti ma dagli altri sportivi passati per lo studio di Emiliano Fuentes. Il giudice Santamaria ha rinviato, probabilmente fino a dopo la sentenza del processo, prevista per marzo, la decisione sulla richiesta avanzata dall’Agenzia Mondiale Antidoping (Ama) delle sacche di sangue sequestrate. Il presidente del tribunale ha spiegato che la stessa richiesta era stata avanzata dal Consiglio superiore delo Sport, dall’Unione Ciclista Internazionale e dalla Federazione Spagnola di Ciclismo. Dopo aver accolto la citazione come testimone del ciclista statunitense Tyler Hamilton, ha respinto la richiesta delle parti di accedere al computer di Fuentes, come richiesto dall’Ama, per motivi di rispetto della privacy.

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