Finmeccanica: Monti nel mirino. Bersani: “Poteva muoversi prima”

ROMA  – Dopo l’affare Mps, l’arresto dell’ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’inchiesta sulla holding italiana diventano l’ennesimo terreno di scontro elettorale. Nel mirino finiscono Mario Monti, colpevole secondo Pd e Sel di non aver spinto prima alle dimissioni i vertici dell’azienda, e Roberto Maroni, che, accusa Beppe Grillo, ”mise lì Orsi perchè uomo di partito”.

Il Professore, chiamato in causa, ammette che ”c’è un problema di governance” sui cui il governo deve intervenire ma non vede finora ”elementi che giustificassero determinate decisioni”. Se il partito dell’astensione rischiava già, il 24 febbraio, di essere il primo partito, la pratica delle tangenti come ”filosofia aziendale”, come scrive il gip nell’ordinanza di arresto per Orsi, ed i rapporti tra potere politico e vertici di Finmeccanica possono aumentare la fuga degli elettori delle urne. Non a caso tutti i leader fanno a gara a prendere le distanze dall’amministratore delegato e a sottolineare la necessità di rafforzare la legge anti-corruzione con norme su quella internazionale.

L’unico a non ‘scaricare’ i vertici dell’azienda ma a prendersela con la magistratura per gli effetti dell’inchiesta su un’azienda-simbolo dell’Italia è Silvio Berlusconi.

– E’ un’azione suicida della magistratura per la nostra economia – sostiene, durante un forum all’Ansa, l’ex premier che indicò Orsi come amministratore delegato. Un intervento a gamba tesa contro i magistrati che riaccende lo scontro tra Cav. e Anm che denuncia gli attacchi ”reiterati e periodici” di Berlusconi.

Anche se Monti garantisce un intervento sulla governance di Finmeccanica, è probabile che la patata bollente passi al prossimo governo. Pier Luigi Bersani non nasconde la preoccupazione.

– E’ un fatto serio, forse il governo doveva fare qualche mossa prima – è la stoccata del leader democrat al Prof. Per Bersani per ora bisogna andare avanti ”con le risorse interne” ma ”nei tempi più rapidi, si dovrà provvedere anche ad un rinnovo di tutto il sistema di governance e delle cariche di quell’azienda e c’è da riflettere certamente su questi temi della corruzione internazionale”.

Se il leader Pd evita di affondare su Monti, Nichi Vendola giudica ”pesantissime” le responsabilità del premier e parecchi esponenti democrats ricordano che ”già un anno fa avevamo chiesto un timeout sul Piano industriale alla luce delle inchieste che riguardavano Finmeccanica”.

Antonio Di Pietro arriva ad annunciare una denuncia ”sul piano giudiziario” contro Monti e il governo per omissione di atti d’ufficio. Accuse che il premier respinge:

– Finora non c’erano elementi acquisiti che consentissero di prendere determinate decisioni

Pronto comunque ad affrontare i suoi ‘sfidanti’ aggiunge:

– Trovo risibile ciò che è stato detto da Di Pietro, Vendola e Grillo e se Di Pietro vuole denunciarmi lo aspetto con soddisfazione.

Preoccupato per le ”insinuazioni sulla Lega” è invece Roberto Maroni anche lui però pronto a minacciare querele: il Carroccio ”non c’entra nulla, Orsi fu indicato dal consiglio dei ministri e non da noi”.

– Un’autodifesa frettolosa – osserva Francesco Boccia del Pd, che fa presente come anche negli atti dell’inchiesta si riporta che furono i leghisti ad insistere sul nome di Orsi.

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