A casa per votare

NEW DELHI – Un mese a casa per votare. E’ finalmente arrivata la decisione che Massimiliano Latorre, Salvatore Girone e le rispettive famiglie, aspettavano con ansia. La Corte Suprema di New Delhi ha concesso il permesso di quattro settimane chiesto dai due maró detenuti in India per l’uccisione di due pescatori, per permettere loro di esercitare il diritto di voto, ma anche, vista la durata, di trascorrere un periodo con i loro cari. Si prevede che i due fucilieri partano in tempi rapidi in modo da votare nelle loro circoscrizioni elettorali domenica o lunedí.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi si dice soddisfatto: “Anzitutto perché consentirà ai nostri due ragazzi di esercitare il loro diritto di voto e di trascorrere quattro settimane con i loro familiari in Italia, ma anche perché la decisione della Corte conferma il clima di fiducia e collaborazione con le autorità indiane e lascia ben sperare per un positivo esito della vicenda”.

Ma Latorre e Girone dovranno lasciare l’India con un documento provvisorio: nel corso dell’udienza é nato infatti un “giallo” sui loro passaporti che, spediti dal Kerala a New Delhi, risultano al momento introvabili.

La richiesta della nuova licenza, la seconda dopo quella di due settimane per il Natale, era stata presentata tre giorni fa al massimo organo giudiziario indiano. Una sezione, guidata dal giudice capo Altamas Kabir, ha accolto le motivazioni del legale Harish Salve e ha autorizzato i due imputati a lasciare l’India dietro alcune garanzie. Tra queste c’è un affidavit firmato da Latorre e Girone in cui si impegnano a tornare nei tempi stabiliti. Per quanto riguarda i passaporti dei marò, sarebbero in viaggio dal Kerala a New Delhi dove i due italiani erano stati trasferiti lo scorso 18 gennaio dopo la sentenza della stessa Corte che ordinava la costituzione di un tribunale speciale, non ancora avvenuta. L’ambasciata d’Italia emetterà quindi dei documenti di viaggio provvisori per permettere l’espatrio.

Ma c’è anche chi, come l’ex comandante delle forze dell’Isaf in Afghanistan, non si accontenta: “E’ d’obbligo ricordare che i nostri due connazionali sono detenuti in India da 9 mesi e sono ancora in attesa che venga rispettato il diritto internazionale. Invece al loro rientro a New Delhi dovranno essere giudicati da un tribunale speciale ancora da costituire”. Latorre e Girone sono al centro di una vicenda che ha messo a dura prova i rapporti diplomatici tra l’Italia e l’India (i due sono accusati dell’omicidio fortuito di due pescatori locali, ma nonostante l’episodio sia avvenuto in acque internazionali l’India ha rifiutato di trasferire a Roma le competenze).

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